Centro direzionale, quali i posti in salvo: qui il polo Ubiss, gli scenari

Oggi riprendono le trattative sindacali. Filiali: ridotti i tagli ma tre sedi già saltano

Bpel ammaina le insegne

Bpel ammaina le insegne

Arezzo, 26 luglio 2017 - «Il clima è buono: si va a rilento ma lo spirito è giusto». Parola di Fabio Faltoni, segretario provinciale del sindacato Fabi, impegnato nella ripresa delle trattative a Bergamo in sede Ubi. Dopo la delusione della mancata macroarea in via Calamandrei si intravedono prospettive interessanti che dovrebbero consentire il mantenimento di un notevole numero di dipendenti nel centro direzionale.

Ubi intende costituire ad Arezzo il centro servizi Ubis che si occupa di logistica, sicurezza e back office. Era già previsto nel piano industriale che in Ubis confluissero 400 dipendenti provenienti dalle tre banche ponte, la quota per la ex Etruria si aggirebbe intorno alle 120-130 unità. In via Calamandrei attualmente lavorano 360 persone, togliendo le 130 del centro Ubiss, ne resterebbero 240 per le quali la storia non è ancora scritta.

Intanto però sembra sicuro che ad Arezzo restino alcuni poli territoriali: scontato quello dell’oro (con un quindicina di dipendenti), meno scontati il cosiddetto «Help Desk» e la «Banca on oline». Non bastano a tagliare il traguardo dei 360 ma sarebbe già un buon inizio.

Un’altra manifestazione di disponibilità è data dalla riduzione dei tagli previsti per le filiali: ne chiudono 35 invece di 40, tra queste Bibbiena, Stia e Cortona. Protestano già i sindaci ma il servizio resta ampiamente coperto e la chiusura non sarà accompagnata da taglio di personale. L’impostazione Ubi prevede filiali di più ampie dimensioni rispetto a quelle della ex Etruria: da 4,5 dipendenti in media a 7.  Infine gli esuberi. Se ne parlerà a settembre.