Cagnoni: "Fiere orafe fisse qui, escalation Gold Italy, più turismo congressuale"

Intervista esclusiva al presidente del colosso Ieg. "Lasciare le mostre ad Arezzo è anche il nostro interesse". "Faremo crescere le edizioni: peccato non avere più spazi"

Lorenzo Cagnoni

Lorenzo Cagnoni

Arezzo, 10 febbraio 2017 - Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg, ritiene così importante il patto sulle fiere orafe aretine che ha voluto presentarlo di persona a Roma, nella sede dell’associazione stampa estera, quella delle grandi conferenze stampa. Insieme al sottosegretario Ivan Scalfarotto, all’assessore regionale Stefano Ciuoffo e al presidente di Arezzo Fiere Andrea Boldi. Sulla via del ritorno parla in esclusiva con La Nazione.

Presidente, lei ha parlato di un accordo strategico per voi. «E' un accordo che non ha precedenti, il primo sasso lanciato in una palude di fiere che è troppo frammentato e nel quale gli uni fanno concorrenza agli altri. Questo invece è il segnale di un’inversione di tendenza, si va verso un processo di integrazione. Speriamo sia l’inizio di una politica del contagio».

Ora Ieg è il protagonista unico nel campo delle Fiere orafe. Da Vicenza ad Arezzo. Che farete per portare Arezzo al livello di Vicenza? «Attraverso una direzione unitaria contiamo di far crescere sia Arezzo che Vicenza. E anche di portare Gold Italy, la vostra fiera d’autunno, al livello di Oro Arezzo. Le due mostre hanno un grande potenziale di sviluppo. Purtroppo c’è il limite dei metri quadrati che più di tanto non consentono di espandersi».

Quindi, mentre in tanti ad Arezzo dicono che il Palaffari è sovradimensionato, lei invece ritiene che sia sottodimensionato, almeno per le fiere orafe? «Non mi permetterei, arrivo adesso e non voglio arrogarmi quello che non mi appartiene. Ma certo in via teorica il problema c’è».

Senta, molte delle diffidenze nei confronti di Ieg riguardavano il rischio che voi poteste trasferire o rinunciare alle mostre dell’oro. «Qui non ho proprio reticenze. Avete una doppia garanzia. La prima sta nel contratto che ci impegna con tutte le penali eventuali. E poi, per i più diffidenti, avete un distretto orafo di altissimo livello che è il guscio naturale di una fiera. E’ nella nostra convenienza mantenere il luogo».

Che quota avrà Arezzo Fiere nel vostro capitale? «Il valore di conferimento delle fiere è da 4 a 5 volte l’utile prima delle tasse, l’Ebtida, al livello attuale dal 3 al 5%. Il tavolo tecnico deve stabilire quanto vale Ieg e questo dipende dalla quotazione in Borsa».

Ci sarà per gli aretini un posto nel Cda? «Al momento è prematuro dirlo, troppo presto per ragionarne. Ma l’aspirazione è legittima».

Senta, Arezzo conta molto sul decentramento del turismo congressuale di Rimini. «Questo è uno dei temi che abbiamo affrontato col governatore Rossi. Non ci sono vincoli, ma un impegno in questa direzione esiste anche da parte nostra, come è già successo con Vicenza. In questo settore è importante per noi poter offrire ai congressisti un’offerta plurima, il più ampia possibile».

Insomma, dare all’interlocutore la possibilità di scegliere in un pacchetto in cui ci sono sia Rimini che Arezzo e Vicenza... «Sì, la rotazione da città a città è fondamentale, consente di arricchire la nostra offerta».

di Salvatore Mannino