Roberto Nicastro
Arezzo, 7 marzo 2017 - «L’operazione di vendita delle quattro good bank avrà un costo superiore ai 4 miliardi». La stima è del presidente Roberto Nicastro. L’esborso è di quelli che non si dimenticano ma il presidente puntualizza che va confrontato con quanto avrebbero comportato le alternative disponibili, in un contesto in cui la messa in liquidazione di una banca significa generare un effetto contagio. Senza considerare la crisi di fiducia nel sistema bancario.
Il capitolo vendita, comunque, non è ancora archiviato: «Abbiamo ancora autorizzazioni da ricevere, bilanci da chiudere» per cui «abbiamo ancora 3-4 mesi di lavoro intenso». Rimangono ancora da perfezionare alcune operazioni importanti tra cui la cessione delle sofferenze bancarie (condizione che sia Ubi che Bper hanno posto come irrinunciabile per l’acquisto delle quattro banche) e la trattativa coi sindacati sugli esuberi.
Secondo quanto risulta a La Nazione sono già state aperte tre procedure distinte in Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria per gestire complessivamente 359 eccedenze di personale, prima che gli istituti siano ceduti a Ubi. L’obiettivo del sindacato è chiudere entro aprile attraverso uscite volontarie e incentivate. Consegnate martedì le lettere di avvio procedura per gestire gli esuberi delle banche ponte, prima che siano cedute a Ubi.
Le eccedenze sono così suddivise: 270 individuate in Banca Marche, 69 in Carichieti e 20 in Banca Etruria. Controparte dei sindacati le tre singole banche, mentre saranno a carico del Fondo di risoluzione gli oneri di ristrutturazione. «Gli esuberi dovranno essere gestiti solo sotto forma di uscite volontarie e incentivate, attraverso l’utilizzo del nostro ammortizzatore sociale di categoria», avverte Attilio Granelli, Segretario nazionale della FABI.