"Ex Etruria, gli amministratori paghino 400 milioni": avviata l'azione di responsabiilità

Nel mirino gli ultimi tre consigli di amministrazione e i sindaci revisori: il liquidatore Santoni presenta il conto dopo la lettera di un anno e mezzo fa: sono 10,8 milioni a testa. A chi tocca

Manifestazione risparmiatori Banca Etruria

Manifestazione risparmiatori Banca Etruria

Arezzo, 11 ottobre 2017 - Stavolta Giuseppe Santoni, liquidatore della Banca Etruria che fu, il conto lo ha presentato davvero. Un anno e mezzo dopo la lettera (marzo 2016) con cui in via bonaria aveva chiesto agli ex amministratori di pagare 300 milioni di danni, minacciando altrimenti un'azione di responsabilità davanti ai giudici. Bene, ora l'azione di responsabilità è cominciata sul serio, con il deposito della citazione dinanzi al tribunale civile di Roma. E il conto sale ancora: non più "solo" 300 milioni ma addirittura 400. A carico degli stessi 37 ex consiglieri e sindaci che erano i destinatari della prima lettera.

Nel mirino finiscono due ex presidenti, Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi, quattro ex vicepresidenti, Giovanni Inghirami, Giorgio Guerrini, Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, un ex direttore generale, Luca Bronchi, più 31 fra ex membri degli ultimi tre Cda (dal 2010 in avanti) e revisori dei conti. Tutti vengono chiamati come responsabili in solido del crac Etruria, il che giuridicamente significa che dove non arriva a pagare l'uno dovrebbero essere chiamati in causa gli altri se più solventi. La media è di 10,8 milioni a testa, ancor più vertiginosa degli 8,1 milioni della richiesta in via bonaria.

I tre motivi che Santoni indica nella citazione come la base dell'azione di responsabilità sono "l'erogazione e la successiva gestione di mutui e finanziamenti anche in conflitto di interessi; il depauperamento del patrimonio sociale mediante numerose altre iniziative contrarie alla prudente gestione (in via esemplificativa e non esaustiva: conferimento di incarichi consulenziali; rilevanti premi aziendali non dovuti ed ulteriori operazioni non trasparenti); le iniziative di indebito e illecito ostacolo alla vigilanza di Banca d'Italia". In più il liquidatore aggiunge la mancata fusione con Popolare Vicenza nonostante un'offerta d'acquisto (sotto forma di Opa) che Santoni continua a ritenere vantaggiosa.

Stando a quanto si apprende da fonti giudiziarie, l'azione di responsabilità dovrebbe essere notificata nei prossimi giorni e nelle prossime settimane agli ex amministratori chiamati in causa o ai loro eredi per quelli che nel frattempo sono morti. I citati sono Franco Arrigucci (ex sindaco), Alessandro Benocci (membro dell'ultimo Cda), Alfredo Berni (ex vicepresidente vicario nella gestione Rosi), Alberto Bonollo (ex consigliere), Luigi Bonollo (ex consigliere), Rosanna Bonollo (ex consigliere), Pierluigi Boschi (ex vicepresidente nella gestione Rosi(, Claudia Bugno (ex consigliere), Luca Bronchi (ex direttore generale), Carlo Catanossi (ex consigliere), Paolo Cerini (ex sindaco), Giovan Battista Cirianni (ex consigliere), Giampaolo Crenca (ex consigliere), Laura Del Tongo (ex consigliere), Enrico Fazzini (ex consigliere), Augusto Federici (ex consigliere), Giuseppe Fornasari (ex presidente dal maggio 2009 all'aprile 2014), eredi di Gerardo Gatti (ex consigliere, defunto), Giovanni Grazzini (membro dell'ultimo Cda), Natalino Guerrini (ex vicepresidente nella gestione Fornasari), Giovanni Inghirami (ex vicepresidente vicario nella gestione Fornasari), Alessandro Liberatori (membro dell'ultimo Cda), Giovanna Magnanensi (ex sindaco), Luigi Nannipieri (ex consigliere), Luciano Nataloni (ex consigliere), Gianfranco Neri (ex sindaco), Anna Maria Nocentini Lapini (membro dell'ultimo Cda), Andrea Orlandi (ex consigliere), Carlo Platania (ex consigliere), Carlo Polci (ex sindaco), Lorenzo Rosi (ex vicepresidente nella gestione Fornasari e poi ultimo presidente), Claudio Salini (ex consigliere), erede Felice Emilio Santonastaso (ex consigliere), Massimo Tezzon (ex presidente del collegio dei sindaci) e Ilaria Tosti (ex consigliere).