Arezzo, 18 luglio 2013 - Piero Mancini stavolta rischia il tutto per tutto. E lo rischia nel conto alla rovescia per il concordato Ciet, chiesto dalla sua azienda. Ma il vento pare di tempesta e alternative non ce ne sono: o i creditori dicono sì o si va dritti dritti al fallimento.

Ulteriori rinvii non ci saranno, la data finale è fissata per lunedì 22 luglio alle 24. Ce la farà anche stavolta? Le prospettive non paiono incoraggianti e la bilancia pende a oggi dalla parte del no di alcuni creditori. La proposta di Mancini è la rifusione del 15% del debito accumulato, pari ad alcuni milioni di euro, ma le perplessità sull’accoglimento sono andate aumentando.

In particolare sarebbe il fronte bancario, o una parte di esso, a storcere il naso di fronte a un abbattimento così consistente del debito. E alla fine potrebbero piovere i no sulla richiesta di concordato.

A quel punto avrebbero inizio le procedure di fallimento con tutto ciò che si portano dietro. Sarebbe mobilità sicura per le oltre 500 persone attualmente in cassa integrazione. Non facile ipotizzare le ricadute sulla newco sorta quando, a fine anno, il tribunale di Roma aveva dato il via libera all’omologa dell’ipotesi di concordato che consentì a Mancini di ripartire con la newco Tte, acronimo che sta per Trasporti Telecomunicazioni Energia.