Arezzo, 19 agosto 2011 - Un gruppo internazionale targato Europa e tante società del settore comunicazione: forse troppi i concorrenti, che hanno fatto un passo in avanti e hanno manifestato il loro interesse per l’acquisto di Eutelia. C’è da credere che alcuni abbiano presentato una disponibilità fittizia soltanto per conoscere le potenzialità di un concorrente, che domani, al massimo domani l’altro, rientrerà a gonfie vele nel mercato e potrà diventate un colosso con cui scontrarsi.

Sono undici i gruppi imprenditoriali, che hanno inoltrato ai tre commissari straordinari dell’azienda, Daniela Saitta, Francesca Pace e Gianluca Vidal, la manifestazione di interesse per acquisire una maggiore conoscenza della situazione economica e organizzativa del gruppo di via Calamandrei e sulla base dei nuovi elementi valutare le caratteristiche dell’azienda. Alla gara partecipano sia cordate, che riuniscono più soggetti aziendali, sia fondi di investimento, che sponsorizzano manager e imprenditori del settore.

Una sola proposta è stata inoltrata per le attività collegate al «ramo Difesa», tutte le altre hanno formalizzato la disponibilità a comprare l’intero pacchetto aziendale, comprendente appunto il «ramo Tlc» e il «ramo Difesa». I commissari, da parte loro, hanno agito con tempestività e hanno aperto il «dataroom», che consentirà di visionare le informazioni e che resterà disponibile fino alle prossime scadenze. La tappa successiva è fissata al 20 settembre, termine ultimo per far pervenire l’offerta definitiva, un’offerta, che dovrà indicare le somme messe sul piatto della bilancia, ma anche il progetto industriale e le scelte programmatiche. Un calendario, quello delle prossime settimane ricco di appuntamenti e scelte, in grado di incidere sul futuro dell’azienda aretina che dà lavoro a 370 dipendenti, di cui 150 nel solo capoluogo.

Sui nomi delle società, pronte a depositare il cappello sulla poltrona di Eutelia, la riservatezza è d’obbligo, ma le voci che si rincorrono lasciano trapelare alcune indiscrezioni, che confermano le disponibilità venute alla ribalta nei mesi scorsi: i vertici di Almaviva, ma anche quelli di KPNQwest si sarebbero mossi per accedere alle informazioni contenute nel libro dei conti, seguiti a ruota anche da Tiscali e Fastweb. Confermata la proposta della cordata «Piero della Francesca», che garantisce il mantenimento di un solido presidio industriale nel capoluogo e mette in campo un investimento da 100 milioni di euro. La curiosità maggiore investe il nome del gruppo internazionale dalle grandi potenzialità, difficile sfogliare la margherita per capire chi sia il protagonista del grande gioco, che si è affacciato alla finestra con l’intento di fare il suo ingresso in via Calamandrei.

Le possibilità sono comprese nelle dita di una mano, ma ciò che contano non sono nomi e cognomi dei pretendenti, ma piuttosto le intenzioni con cui si presentano in campo. Si avvicina lo scontro finale e gli interessi in gioco sono tanti: come in ogni vendita, in prima fila, ci sono quelli economici, collegati con quelli più generali della città.