Padre Graziano andrà in Assise: ora c'è la conferma dell'avvocato. I motivi della scelta. Depositata la richiesta di scarcerazione

L'intenzione è di provare a smontare situazioni e testimoni. Intanto il sogno almeno dei domiciliari, eventualmente in convento con il braccialetto elettronico

Padre Graziano

Padre Graziano

Arezzo, 13 ottobre 2015 - E' il super martedì di padre Graziano. Ed è in effetti la giornata nella quale due nodi vengono definitivamente sciolti.

Padre Graziano andrà in Corte d'Assise. Il religioso, evidentemente certo di poter dimostrare la propria innocenza in un processo pubblico, ha confermato questa sua linea all'avvocato Francesco Zacheo, che lo ha incontrato oggi in carcere. Con lui c'era Sergio Novani, professore di logica processuale a Chiasso. E Riziero Angeletti, l'altro legale che per ora viene ancora definito collaboratore ma che potrebbe ricevere presto un mandato che lo inserisca a pieno titolo nel collegio difensivo.

Perché la scelta tutta coraggiosa dell'assise, perdendo i benefici che avrebbe potuto avere dal rito abbreviato? Il religioso e i suoi avvocati ritengono che il processo pubblico sia l’unica strada per consentire al sacerdote congolese di uscire indenne dall’accusa di aver ucciso Guerrina Piscaglia e di averne occultato (o distrutto) il cadavere, delitto aggravato dai futili motivi.

Tanto, è il ragionamento che si fa nel collegio difensivo, l’ergastolo, che teoricamente il Pm Marco Dioni può chiedere, sarebbe stato un rischio incombente pure col rito abbreviato. E allora tanto vale giocarsela fino in fondo, non limitandosi ad agire in contropiede sulle carte d’accusa, come sarebbe successo davanti al Gip, ma muovendosi a tutto campo, rimettendo in discussione ad una ad una situazioni e testimoni.

L'Assise si aprirà il 4 dicembre e sarà fatalmente un processo di grande rilevanza, vista la ricaduta che tutta la vicenda di Guerrina ha da  mesi sui media e a livello nazionale. 

Intanto ieri è stata finalmente depositata l’istanza di scarcerazione del sacerdote accusato di aver ucciso Guerrina. Al legale era giunta l’ultima cartolina di ritorno delle notifiche che aveva inviato, quella di Mirco Alessandrini, il marito di Guerrina. Così ha potuto presentare la sua richiesta di liberà, che diventa in subordine un’istanza per ottenere almeno gli arresti domiliari nel convento romano dei premostratensi, con braccialetto elettonico per i controlli.

Da ieri il magistrato che ha presieduto alle indagini preliminari sul giallo e  ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, ha dieci giorni di tempo per dire sì o no. Prima dovrà girare il fascicolo alla procura che deve obbligatoriamente esprimere il suo consenso, non vincolante. Si sa già che sarà un no.