Addio alla Soprintendenza: soppressa, tutto sotto Siena. Lilletta Fornasari lancia la mobilitazione. Bureca punta il dito sui politici

Sovrintendente netto: "Tagliati solo noi e una sede in Calabria. Salva Lucca, senza sede e nata nel 2005: forse i loro amministratori hanno lavorato meglio". Gasperini chiama a raccolta i politici aretini

Il sovrintendente Agostino Bureca

Il sovrintendente Agostino Bureca

Arezzo, 20 novembre 2014 - E' allarme Soprintendenza: l'ente guidato da Agostino Bureca sarà tagliato nel quadro della razionalizzazione. A lanciare l'allarme è il primo rettore di Fraternita Liletta Fornasari. Passeremo sotto la gestione della Soprintendenza di Siena. “Ho avuto la conferma della chiusura. E  Arezzo, spiega Liletta Fornasari, non sarà neppure sede di un centro direzionale importante". Insomma un passo indietro impressionante e che di nuovo mette in gioco l'autonomia di una città che comincia a perdere troppi pezzi. Una situazione davanti alla quale Liletta chiama alla mobilitazione. "E' necessario muoversi subito o rischiamo di bruciare un lavoro partito da anni". Per lunedì ha convocato  parlamentari, comune, provincia e Camera di Commercio”.  In un quadro che sembra profilare un progressivo smembramento della città. Ridimensionata la Provincia, in forte pericolo la Usl nel piano del governatore Rossi, ricorrenti brividi legati alla Prefettura e, in passato, alla stessa Camera di Commercio,. Ora la tegola della Soprintendenza. Fin dove arriveremo? Il soprintendente aretino Agostino Bureca non è sorpreso: «E’ da mesi che lo faccio presente, ne ho parlato con il sindaco, con i parlamentari, con i politici. Ho scritto una lettera al Ministero perchè almeno Arezzo diventi la sede del Polo museale regionale, altrimenti perdiamo anche la gestione di Piero. Quello che non capisco è come possa essersi salvata Lucca la cui Soprintendenza è nata solo nel 2005 e non ha ancora la sede. Forse i politici lucchesi hanno lavorato meglio». Liletta Fornasari promette battaglia: «Non possiamo permettercelo, andare sotto Siena sarebbe tragico dal punto di vista culturale, gestionale e amministrativo senza nemmeno un garante per il territorio. Le istituzioni non possono stare a guardare e comunque io non lo farò, a costo di raccogliere firme». 

E proprio Liletta Fornasari ha scritto al ministero comunicando "la grande preoccupazione rispetto alla notizia che la nostra prestigiosissima Soprintendenza, che da anni garantisce la conservazione del nostro patrimonio artistico di rilevanza internazionale, venga a cessare perdendo autonomia e diversamente, da molte altre realtà nazionali, non sia stato pensato per la nostra. città e la provincia la presenza di un polo di rilevanza almeno regionale che potrebbe benissimo essere ospitato nel Palazzo delle Statue, già Albergotti, senza oneri aggiuntivi per lo Stato. Mi permetto di dire anche a nome delle moltissime associazioni culturali, che operano con grande impegno nella realtà cittadina e territoriale, di prendere in seria consicderazione questo appello di modifica della nuova legge invitando il ministero a prendere atto della ricchezza e della storia di questa città, realizzando per voi una visita gidata cominciando dal Palazzo di piazza Grande, destinato a diventare un grande polo museale e a suo tempo tanto amato da Giorgio Vasari".

I tempi sembrano brevi, quelli necessari per la registrazione alla Corte dei conti, poi quelli naturali affinché la sede aretina «smaltisca» il personale fino alla pensione. «Quello che lascia perplessi — continua Bureca — è che le uniche Soprintendenze ad essere cancellate sono Arezzo e una in Calabria. Avevo avvisato Fanfani, ho tentato di salvare il salvabile».

Naturalmente, non sono mancate le reazioni politiche. Stamattina il proSindaco Stefano Gasperini ai parlamentari aretini e al Ministro per i Beni Culturali nelle quali si chiede un’ attenta riflessione sull’accorpamento e quindi sull’eliminazione della Soprintendenza dalla città spiegando: "La semplificazione dell’articolazione periferica dello Stato, unitamente a quella regionale, ha raggiunto un livello tale da far temere che ogni ulteriore accorpamento, più che produrre benefici e risparmi, generi invece diseconomie e disagi per gli operatori dei vari settori di attività. Nel caso della soprintendenza, considerato l’impatto sul sistema economico aretino della specificità dei suoi compiti, la scelta risulta ancora più grave. Le dimensioni territoriali della Provincia di Arezzo, la sua storia artistica e culturale, la tutela del paesaggio e del patrimonio edilizio non consentono la perdita di un simile punto di riferimento”. Gasperini spiega poi che si attiverà personalmente con gli altri sindaci della provincia per condividere azioni utili a far restare la sede della Soprintendenza ad Arezzo.