Disabile accusa: "Violentato da un volontario in auto". Ma lui a processo nega tutto

"Vittima di palpeggiamenti e non solo". Ma i colleghi dell'imputato lo difendono in aula

Un'aula di tribunale

Un'aula di tribunale

Arezzo, 7 ottobre 2015 - Risponde in tribunale di un reato infamante: violenza sessuale ai danni di un disabile. Lui che ogni giorno si impegna e si «spende» per gli altri, facendo volontariato. Sul banco degli imputati l'operatore valdarnese di un’associazione  contro cui ha puntato l’indice uno degli assistiti, un portatore di handicap.

Una persona che si muove in carrozzina, e che al giudice ieri ha ripetuto la propria versione. Un viaggio a ritroso nel tempo, al 2012. Tutto sarebbe avvenuto nel parcheggio davanti a una casa famiglia,  nell’abitacolo del furgoncino usato, un Fiat Doblò, usato per i trasferimenti dei pazienti, il disabile avrebbe ricevuto le pesanti attenzioni del volontario.

Costretto, ha raccontato, a subire atti sessuali, quelli punibili dall’articolo 609 bis del Codice Penale. Palpeggiamenti e non solo, ha raccontato, sfuggendo al protrarsi della violenza solo sfilando dal cruscotto le chiavi e a sollecitare l’intervento di alcuni passanti. Scatta la denuncia e sfocia nell’inchiesta della Procura e nel rinvio a giudizio del valdarnese: che però professa in maniera convinta la propria innocenza.

Ieri mattina l’escussione dei testimoni dell’accusa, rappresentata dal Pm Alessandra Falcone, e della difesa che si avvale degli avvocati Andrea Frosali e Francesca Guidotti. E proprio questi ultimi hanno portato a sostegno una sfilata di colleghi del volontario e alcune operatrici dei servizi sociali valdarnesi. Una giornata importante per capire cosa sia realmente avvenuto in quel piazzale e delineare i profili dei protagonisti. «Siamo fiduciosi che sarà fatta giustizia e confidiamo nel lavoro del Tribunale», hanno commentato brevemente al termine dell’udienza i legali. Ora appuntamento al 16 febbraio.