Mercoledì 24 Aprile 2024

Deposito di amianto non autorizzato scoperto dalla Finanza

L'impresa non è iscritta all'albo dei gestori ambientali, denunciati i due soci

Guardia di Finanza

Guardia di Finanza

Arezzo, 24 novembre 2014 - Nei giorni scorsi i finanzieri della brigata di Sansepolcro, nell’ambito di un controllo in materia di lavoro sommerso presso un cantiere edile, hanno scoperto un deposito incontrollato di manufatti in cemento-amianto non autorizzato. La società controllata, che stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione, aveva abbandonato all’aperto molte lastre di “eternit”, del peso complessivo di oltre una tonnellata, che erano state rimosse dal tetto del capannone ove si stavano eseguendo dei lavori. 

L’impresa esecutrice, non essendo iscritta all’albo dei gestori ambientali, non aveva le necessarie autorizzazioni e competenze per la lavorazione, stoccaggio e bonifica dei rifiuti speciali pericolosi quali appunto i manufatti contenenti amianto né erano state adottate sul cantiere le speciali prescrizioni sul trattamento, formazione del personale e tutte le indicazioni imposte dalla specifica legislazione in materia.

Per i due soci dell’impresa e per un lavoratore, che aveva maneggiato i pericolosi materiali senza alcuna protezione, è scattata la denuncia a piede libero all’autorità giudiziaria per il reato di deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi di cui all’art. 256 - comma 2 - del decreto legislativo n. 152/2006, che prevede la pena dell'arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro. 

Gli ulteriori accertamenti condotti sotto la direzione della Procura della Repubblica di Arezzo ed eseguiti in sinergia con funzionari dell’Ausl locale, hanno determinato la contestazione di ulteriori violazioni penali in capo sia alla società committente dei lavori sia all’impresa esecutrice, estinte  queste con il pagamento di sanzioni amministrative. 

In relazione invece alla circostanza dell’impiego di manodopera in nero, sempre in capo alla società appaltatrice dei lavori, è stata contestata la cosiddetta “maxi sanzione” di cui al D.L. n. 12/2002 che attualmente prevede una sanzione amministrativa da 1.950 a 15.600 euro per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 195 per ciascuna giornata di lavoro effettivo. 

Ora le incombenze passano alle autorità amministrative locali per gli adempimenti e prescrizioni da ordinare ai trasgressori per la bonifica e ripristino dello stato dei luoghi, mentre i finanzieri controlleranno il corretto adempimento connesso al Tributo speciale sui rifiuti, la cosiddetta “Ecotassa”.