Defibrillatori, Mandò: "Molti impianti sguarniti, il mondo dello sport è in grave ritardo"

Appena 109 i dispositivi salvavita in tutta la provincia: ma è anche guerra di numeri sulle disponibilità

Un defibrillatore

Un defibrillatore

Arezzo, 2 ottobre 2015 - Ad oggi quale è la situazione defibrillatori degli impianti sportivi in provincia? Lo abbiamo chiesto al responsabile del dipartimento emergenza urgenza della Asl 8, Massimo Mandò. «Ancora c’è da camminare», esordisce. «Sono poche le associazioni sportive a norma, dotate di defibrillatori. In tutti gli impianti sportivi nell’intera provincia sono appena 109 i defibrillatori (45 ad Arezzo, 12 nel Casentino, 35 nel Valdarno, 17 in Valdichiana e 5 in Valtiberina)». «In un mare di mancanze - prosegue Mandò - dobbiamo riconoscere il valore di alcune società. Un plauso va alla Fiap, la federazione di pallavolo che ha deciso di non far iniziare le partite fin quando non c’è un defibrillatore in campo». Prorogare l’obbligatorietà può essere molto rischioso. Ogni anno in Toscana muoiono 100 persone sui campi di gioco o nelle palestre. C’era tempo per organizzarsi, noi eravamo pronti per rispettare la scadenza al 1° ottobre 2015. Da 2 anni c’è stato il tempo per mettersi in regola, come è possibile che molte società non l’abbiano ancora fatto? Mille euro, (il prezzo di un defibrillatore, iva compresa), non può essere una cifra così gravosa per il proprietario dell’impianto, come i 1500 euro compresi il corso di formazione, il defibrillatore e il contenitore».

I corsi. Altra nota dolente per Mandò. «Nel resto del mondo non sono necessari. I defibrillatori destinati alle società sportive sono di una estrema semplicità nell’utilizzo. E’ sufficiente una guida telefonica per attivarlo e salvare una vita». LA LORO funzione è importantissima. In caso di arresto cardiaco il decesso, in media, arriva al massimo dopo dieci minuti e dopo cinque i danni cerebrali sono già irreversibili. ​Ciò significa che per evitare il peggio le unità di soccorso dovrebbero arrivare sul posto in meno di trecento secondi. Tempo record che è quasi impossibile da raggiungere Ecco perché risulta fondamentale il defibrillatore. Intanto nell’ultimo punto della proposta di legge la Regione ha disposto un finanziamento di 20 mila euro per la formazione degli operatori. Un quadro meno drammatico viene delineato dal presidente del Coni provinciale Giorgio Cerbai: «Su un migliaio di società quasi tutte si sono attrezzate, in primis quella di pallavolo, pallacanestro e calcio».

Gino Ciofini, presidente della Uisp provinciale cerca di fare un quadro sulle numerose associazioni sportive dilettantistiche che gestiscono impianti affiliati alla Uisp. «Non tutti si sono adeguati. Ma siccome sono dell’idea che la sicurezza vada avanti a tutto, stasera (ndr ieri) ho indetto una riunione per acquistare i defibrillatori che mancano, poi provvederemo ai corsi per la formazione. Basta aspettare oltre».