Foto d'epoca/2 - Da Garibaldi al Miracolo Economico. Così la nostra storia per immagini

Un’altra carrellata degli scatti in regalo da martedì. Domani il contenitore La vita attraverso l'occhio meccanico / Riviviamo con 22 foto un secolo di storia aretina

Vettura in sosta a Montevarchi

Vettura in sosta a Montevarchi

Arezzo, 28 aprile 2016 - L’IMMAGINE di Mario Carabini (foto 1), immortalato dall’occhio meccanico con la camicia rossa mentre è in partenza per una delle campagna garibaldine è una delle più antiche (risale al 1866) che siano rimaste in quella sterminata miniera di memorie che è l’archivio storico del Fotoclub La Chimera, partner de La Nazione in questa iniziativa editoriale. Di precedenti ci sono solo alcune panoramiche della città prese dai colli (il Pionta o Poggio del Sole) che allora erano aperta campagna. Ecco perchè l’abbiamo scelta come la prima delle 22 foto della nostra raccolta, che parte domani con il regalo del contenitore, per proseguire martedì, quando approderà appunto in edicola lo scatto, ormai consunto dal tempo, del garibaldino.

Mario Carabini

Arezzo fu fertile di volontari per le campagne dell’Eroe dei Due Mondi: saranno loro il substrato del partito democratico che nell’ultimo scorcio dell’ottocento contenderà il potere alla Consorteria moderata. Entrambi i partiti si schiereranno per l’intervento dell’Italia nella Grande Guerra, dividendosi dalle forze con le quali erano stati fino ad allora alleati: i socialisti per i democratici ed i cattolici, con una parte dei moderati, per i liberalconservatori. Di quell’evento, il conflitto mondiale, che cambia per sempre il mondo di ieri, noi abbiamo scelto come immagine simbolo la foto 2: la partenza dei volontari dalla stazione ferroviaria (molto più elegante di quella di adesso). E’ uno scatto festoso oltre che patriottico: non sa chi parte e chi saluta, l’ abisso di orrorein attesa nelle trincee.

La partenze dei volontari

 

IL RITORNO, infatti, è drammatico: Arezzo vive un periodo di drammatica instabilità politica e sociale, che sfocerà nel fascismo. Dallo squadrismo la città come la provincia saranno investiti, in una tragica fiammata, fra il marzo e l’aprile del 1921. Nella foto 3 (archivio Del Furia) si vede una delle spedizioni rimaste più sinistramente famose, quella di Foiano che condurrà a un episodio di vera e propria guerra civile: i fatti di Renzino, 12 morti a cavallo del 17 aprile.

Spedizione di Foiano

 

IL FASCISMO fatto Regime riuscirà poi a trovare l’adesione degli aretini come del resto del paese. Sono gli Anni del Consenso che noi abbiamo colto nella foto 4: una sfilata di Balilla per il Corso.

Balilla per il Corso

 

Dal Ventennio città e provincia usciranno distrutte e sconvolte, ma arriveranno la ricostruzione e la grande industrializzazione degli anni ’50 e ’60, di cui abbiamo scelto a immagine la foto 5 (l’uscita degli operai della UnoAerre dalla vecchia sede di via Schiapparelli nel 1956)

Uscita degli operai dalla UnoAerre

 

e la foto 6 (il cementificio di Rassina) in cui si può immaginare la fuga dalle campagne degli anni ’50 e lo sviluppo economico della provincia. Sviluppo che in Valdarno era già cominciato ai primi del ’900: già nel 1914 c’era un servizio di tram unico nell’aretino.

Il cementificio di Rassina

 

La foto 7 riprende una vettura in sosta a Montevarchi.

Vettura in sosta a Montevarchi

di SALVATORE MANNINO