Viaggio intorno al mondo con il Grand Tour e le foto ottocentesche in 3D

Mostra di immagini originali stereoscopiche dei viaggiatori stranieri e film in 3D dal Nord Europa a Costantinopoli. La copia della Chimera nel sottochiesa di San Francesco, gli scavi che hanno riporatto alla luce l'Anfiteatro al Museo Archeologico. Le foto d'epoca del fotoclub La Chimera

mostra grand tour

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Arezzo 1 aprile 2017 - METTETEVI comodi. A portarvi in giro per il mondo dal Nord Europa alle mete più ambite come Italia e Francia e a quelle più esotiche come Costantinopoli, Egitto, Gerusalemme ci pensano i viaggiatori del Grand Tour, aristocratici e borghesi facoltosi che passare mesi o anni a spasso con carrozze o diligenze trainate da cavalli. Sono loro a inventare il concetto, e il termine, di turismo, e a far conoscere città, monumenti, genti, civiltà. Riportando a casa un patrimonio di immagini, disegni, appunti. Scrittori famosi come Goethe Montesquieu, Stendhal, ma anche gente «comune» che raccontano il mondo dal 1860 al 1910. Questa almeno la pagina di storia esposta da oggi al 1 novembre nella Basilica inferiore di san Francesco e nel Museo Archeologico per iniziativa di Polo Museale della Toscana e Munus con la collaborazione del fotoclub La Chimera e che vede nel comitato scientifico Alberto Manodori Sagredo, Stefano Casciu, Rossella Sileno, Maria Gatto e Lorenzo Soave. Tutto in 3D. Sì, perché l’effetto tridimensionale non lo hanno inventato le multisale ma nasce nell’Ottocento attraverso scatti con macchine fotografiche a doppio obiettivo, che se sovrapposti attraverso lo stereoscopio assumono profondità tridimensionali.

ED ECCOCI a Parigi l’anno dell’esposizione universale dove ad attirare l’attenzione non è la Tour Eiffel ma una statua di elefante. La Toscana è raccontata dal David di Michelangelo a Firenze ancora con la foglia di fico, dalle cave di marmo di Carrara dove i pesanti blocchi viaggiano su carri trainati da buoi, dalla torre di Pisa e da Siena. E dalla Chimera che troneggia con una copia di gesso ricavata dallo stesso calco di quelle dei giardini del Porcinai, rinvenuta in una stanza del Museo Archeologico. Anticipa la sezione dedicata ad Arezzo con le foto dello stesso periodo del Grand Tour tratte dalla collezione Gaburri dell’archivio del fotoclub la Chimera. E il viaggio porta a Roma alla ghigliottina del Circo Massimo, ai buoi che passano per i Fori Imperiali dove c’è ancora la fonte Meta Sudans, al Pantheon con i campanili del Bernini (poi abbattuti), con Piazza Navona allagata dall’acqua delle fontane per mitigare la calura estiva. Tutto riproposto anche in un imperdibile film, sempre in 3D, che offre un viaggio intorno al mondo in 40 minuti comodamente seduti.

MA IL GRAND TOUR è anche etruscomania, raccontata nella sezione allestita al Museo Archeologico. Qui «il fascino dell’antico» viene da disegni e immagini degli scavi di Pompei, Ercolano e Pozzuoli mentre i reperti aretini sono eccezionalmente descritti dagli appunti dei viggiatori stranieri in visita alla Fraternita o alla collezione Bacci, quando ancora il museo non esisteva, come il cratere di Eufronio «visto» dall’inglese George Dennis. E poi il soprendente reportage d’epoca del fotoclub La Chimera con gli scavi che riportano alla luce l’Anfiteatro Romano. 

La mostra permette un biglietto cumulativo con tutti i siti museali aretini e un ingresso speciale per chi visita gli affreschi di Piero della Francesca. Ingresso singolo 6 euro. Domenica 2 aprile come prima domenica del mese ingresso a soli 3 euro. Disponibile il catalogo.

Silvia Bardi