Il Mammut scoperto a Terranuova muove i primi passi

Questa mattina si sono concluse le operazioni di scavo dell'esemplare di Mammut ritrovato nelle campagne di Terranuova. Adesso via al restauro

Mammut pronto per il trasporto

Mammut ritrovato a Terranuova. Fase preliminare di trasporto

Terranuova Bracciolini, 14 settembre - Il grande Mammut, vissuto in Valdarno un milione e mezzo di anni fa, muove i primi passi. Un esemplare fossile, che con una straordinaria scoperta è stato rinvenuto nei mesi scorsi nelle campagne di Terranuova Bracciolini. Dopo settimane di duro lavoro di scavo, questa mattina il trasporto del blocco, del peso di sei tonnellate, in un laboratorio di restauro. Il grande elefante è stato ritrovato in località il Tasso, nella proprietà di Giuseppe Nuti, su una delle Mammuthus meridionalis, caratteristiche ‘balze’ della zona, ambiente molto suggestivo ma raggiungibile solo con mezzi agricoli. Inutile immaginare la sorpresa di chi si è accorto delle zanne che fuoriuscivano dal terreno. Immediatamente sono stati avvertiti i vertici della Sovrintendenza di Arezzo, che ha programmato i vari interventi in piena sinergia con l’Accademia Valdarnese del Poggio. L’operazione di scavo è stata molto complessa, soprattutto nella fase conclusiva, quando cioè il pesante fossile doveva essere rialzato da terra. Per fortuna il tutto si è svolto senza intoppi e i resti sono stati imbracati grazie ad un ingegnoso sistema ‘a scivolo’ e sono stati quindi caricati su un mezzo speciale per il trasporto.

Il Mammut, adesso, si trova in un ambiente protetto e sicuro, trasformato in un laboratorio temporaneo. Il restauro, nel dettaglio, prevede l’eliminazione del cosiddetto “pane di terra” che ancora ingloba parte del cranio, le difese e l’ulna, la pulitura dettagliata del reperto, la prosecuzione del consolidamento e l’integrazione delle parti abrase e durerà alcuni mesi. Poi l’esemplare sarà trasferito al Museo Paleontologico di Montevarchi. Alla buona riuscita dell’operazione odierna hanno contribuito fattivamente le ditte Autogru Valdarno e Riccardo Borri, entrambe di Terranuova, Moretti di San Giovanni Valdarno e Fratelli Giuntini di Pratovecchio. Con l’impegno congiunto di cittadini, istituzioni e aziende questo importante ritrovamento ha fatto un altro importante passo.

Nel frattempo continua la campagna ‘SOS Mammuthus’ sul sito del Museo Paleontologico di Montevarchi e nelle piazze delle feste paesane per la raccolta fondi necessaria a finanziare questa straordinaria scoperta. Nel dettaglio i cittadini potranno contribuire al restauro in vari modi: con un contributo di 5 euro si potrà scegliere il nome, con 20 euro, oltre al nome, sarà possibile partecipare ad una visita guidata al Museo, mentre con un versamento minimo di 50 euro, oltre a scegliere il nome dell’elefante, sarà pubblicizzato il nome del contribuente direttamente nelle sale del Museo, proprio accanto al reperto esposto. Le modalità di versamento sono le seguenti: direttamente al bookshop del Paleontologico; tramite bonifico bancario (Iban IT81U 08811 71540 000000 603048 con causale Contributo SOS Mammuthus e nome votato); tramite pay pal dal sito del Museo Paleontologico o direttamente al gezebo del Museo in occasione di feste ed eventi.