Carte Vasari, la Soprintendenza blocca la mostra, Festari: "teche vuote per protesta"

Doveva aprire venerdì in Fraternita, ma la soprintendente Toccafondi da Firenze nega il trasferimento delle carte. La denuncia dei fratelli Festari propietari dell'Archivio di Casa Vasari

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Arezzo 10 ottobre 2017 - La Soprintendente vieta la mostra “Vasari e Michelangelo” ad Arezzo. Ma i proprietari Festari fanno sapere che la mostra si terrà a teche vuote per protesta. Tra i motivi la  comunicazione dell'evento alla soprintendenza archivistica fiorentina. "ma la mostra era  stata annunciata più di un anno fa _ ribadiscono i Festari -  nel maggio 2016 a Firenze, proprio insieme al Sindaco di Arezzo, nella conferenza stampa tenutasi in Palazzo Medici Riccardi con l’inaugurazione della prima mostra dell’Archivio Vasari. Era stata riconfermata nel marzo 2017, sempre insieme al sindaco di Arezzo, alla presenza anche di Diana Toccafondi e al   direttore di Casa Vasari all'Archivio di Stato di Arezzo durante la  cerimonia di consegna dell'archovio digitalizzato  delle Carte Vasari". La mostra doveva essere inaugurata venerdì nel palazzo di Fraternita  ma il 5 ottobre la comunicazione della Soprintendenza  che nega l'autorizzazione all'uscita dei documenti da Casa Vasari.  "La soprintendenza  continua a vantarsi abusivamente del possesso e della detenzione del bene, che in realtà appartiene alla famiglia Festari, così come la proprietà stessa, ignorando volutamente e quindi colpevolmente innumerevoli sentenze - protestano i Festari - paradossalmente, se il bene fosse in possesso dello Stato che senso avrebbe quindi l’esproprio alla famiglia Festari? E come potrebbero i Festari ostacolarne o impedirne la valorizzazione e la fruizione pubblica visto che in questo caso spetterebbe allo Stato? La Soprintendente adduce tra le motivazioni del diniego il fatto che per una mostra del genere è più che sufficiente esporre le riproduzioni digitali degli originali.  Si nota quindi anche in questa ennesima situazione come la Sovrintendenza si ostini caparbiamente e volutamente a ignorare le numerose sentenze che riconoscono alla famiglia Festari la proprietà privata in tutte le sue forme continuando invece a considerarlo un bene appartenente allo Stato".

Il provvedimento segue di poco quello del luglio scorso con il quale il Ministero dei beni culturali ha avviato il procedimento di esproprio dell'Archivio Vasari. "Il divieto di trasferire i documenti per allestire la mostra di cui all’oggetto _ dichiarano i Festari _  conferma anche la strategia per anni operata dalla stessa, al fine di ostacolare qualsiasi progetto di sviluppo e di divulgazione dell’Archivio Vasari su iniziativa privata, nonché l’intento di danneggiare da un punto di vista morale ed economico la famiglia proprietaria, tentando di spogliarla, senza alcun diritto, della proprietà del bene. E’ per questo motivo che la mostra si farà a tutti i costi, anche con le teche vuote, in segno di lutto per l’assassinio della “cultura” ed in nome della ostinazione nella volontà e nel coraggio di combattere fino all’ultimo istante gli abusi, le violenze ed i reati commessi. I proprietari continueranno comunque, a prescindere da ogni interferenza da parte delle istituzioni, nel loro intento di valorizzare e divulgare l’immenso patrimonio culturale in loro possesso attraverso anche l’imminente messa on line dell’intera digitalizzazione delle Carte Vasariane".