Archivio Vasari, ancora venti di "guerra". Ministero: esproprio. I Festari: al Tar

Già emanato il decreto di pubblica utilità che avvia il procedimento. Soprintendente: "Atto per garantirne la fruizione". Verso una perizia. Richiesta 150 milioni?

L'interno di Casa Vasari

L'interno di Casa Vasari

Arezzo, 18 luglio 2017 - Sembrava pace fatta quando a marzo all’Archivio di Stato venne presentata la digitalizzazione delle carte Vasari, un disco contenente tutti i documenti dell’Archivio dell’aretino Giorgio, fogli di famiglia, carteggi con Cosimo e Michelangelo, praticamante la vita privata e pubblica dell’autore delle Vite, consegnato in copia all’Archivio, a Casa Vasari e ai Festari.

E c’erano tutti, la Soprintendente archivistica della Toscana Diana Toccafondi, i Festari con l’avvocato Cosulich, il sindaco Ghinelli, la direttrice di Casa Vasari Sileno. Una presentazione che fu anche l’occasione per annunciare che quelle carte sarebbero state presto messe in mostra anche ad Arezzo quasi a suggellare la fine di un annoso contenzioso non sulla proprietà, indiscutibilmente della famiglia Festati, ma sul suo utilizzo o sulla sua vendita.

Ma ora lo Stato ha fatto un’altra mossa, ha avviato la procedura di esproprio «per pubblica utilità» per «le difficoltà frapposte dalla parte proprietaria che di fatto non ha mai accettato che lo Stato esercitasse le funzioni e disciplinasse le attività volte a garantire la protezione, la conservazione e la valorizzazione di quel patrimonio documentario al fine di assicurarne la pubblica fruizione» si legge nell’atto firmato da Gino Famiglietti, direttore generale degli archivi del ministero. Curiosamente lo Stato muove ai Festari le stesse identiche accuse che i Festari muovono allo Stato.

«Valorizzare l’Archivio è quello che stiamo facendo da tempo. La mostra fatta a Firenze la vogliamo fare anche ad Arezzo, aspettiamo risposte prima di prendere impegni con altre città – disse Tomaso Festari il giorno in cui venne consegnato l’Archivio digitalizzato – intanto stiamo cercando di recuperare i faldoni rubati nel 1980 da villa Rasponi Spinelli a San Casciano. Sono all’Università di Yale. Abbiamo fatto denuncia, abbiamo chiesto la restituzione e il risarcimento danni. Stiamo facendo tutto a nostre spese anche se doveva pensarci lo Stato».

Lo scopo del Ministero, è chiaro, entrare in possesso di quelle carte, «troppo preziose per rimanere private» dichiarandole di interesse pubblico. «La direzione generale ha attuato questo procedimento di dichiarazione di pubblica utilità ai fini dell’esproprio – spiega la soprintendente archivistica Diana Toccafondi da anni coinvolta nel contenzioso tra il Ministero e gli eredi Festari – questo bene è di un tale valore che non può più essere gestito come abbiamo fatto finora, con difficoltà, cercando di garantirne la pubblica fruizione ma con tanti problemi per i critici rapporti con la proprietà.

Devo specificare che è un atto non di competenza della Soprintendenza ma della Direzione generale archivi del Ministero. Un primo passo verso un progetto di valorizzazione. Ad esempio l’Archivio Vasari si potrà mettere in Internet, cosa che ora non è possibile, insomma fare quelle attività senza quelle difficoltà che la proprietà ha creato finora. Non dimentichiamo che l’Archivio è stato coinvolto in una storia famigliare che lo ha visto pignorato. Questo provvedimento che va letto in positivo, fatto per costruire e non per distruggere».

Naturalmente c’è da aspettarsi la reazione dei Festari che con molta probabilità ricorreranno al Tar anche se l’avvocato Cosulich fa sapere che ancora è tutto da valutare. Sulla questione dell’esproprio lo Stato dovrà fare una valutazione commerciale di queste preziose carte. L’ultima volta che i Festari tentarono di venderle ai Russi furono valutate 150 milioni di euro.