Arezzo, 9 gennaio 2012 - Abbiamo preso il Volo: lui, Fabio, che prima scrive i libri, poi li vende, poi li trasforma in film. E quando vai a vederlo in sala ce n’è già un altro in vetrina. Un’officina della cultura, un self service dello scaffale ma che piace, piace maledettamente. E i risultati in libreria stanno lì a confermarlo. Librerie che ormai ad Arezzo sono mille e ciascuna tira il suo bilancio. Il bilancio del 2011.

Vincitori e vinti si incrociano tra le vetrine. Ma poi alcuni dati sono ricorrenti. Proprio come Fabio Volo, che è nella top ten con «Le prime luci del mattino», e spesso primo, di quasi tutti gli scaffali. Dietro di lui Margaret Mazzantini, qua con «Nessuno si salva da solo» e là con l’ultimo «Mare al mattino». Dietro gli altri best seller.

Come «Il linguaggio segreto dei fiori» di Diffenbaugh, come Aleph di Coelho, come il «Profumo delle foglie di limone» di Clara Sanchez. Ma poi non tutto il mondo è paese. La classifica che tradizionalmente rompe il fronte è quella del Viaggiatore Immaginario. Che vende, e ad ampie bracciate, anche Volo e gli altri: ma intanto piazza al primo posto una delle rivelazioni dell’anno, Claudia Schreiber, con «La felicità di Emma», un romanzo dove il destino si presenta nel modo più fragoroso ma non sempre si incrocia con la felicità.

Titoli, al secondo posto c’è la Pineiro e al terzo Malvaldi, che a volte passano un po’ meno dalla pubblicità e un po’ più dal faccia a faccia antico con il libraio, i cui consigli pesano o almeno spostano la classifica. Una conferma? Al quinto posto ecco di nuovo Elisabeth Von Arnim, con «Colpa d’amore» la vincitrice al Viaggiatore del 2010.

Vincitori e vinti, in un quadro decisamente frastagliato. Dove un classico come «Il piccolo principe» mantiene ancora tutto il suo abbrivio, tanto da risultare il primo alla Mondadori, mettendosi dietro proprio Fabio Volo e la solita Mazzantini. O dove lo scrittore ragazzo, ormai diventato uomo, come Christopher Paolini continua la sua saga di Eragon e con «Inheritance» strappa il primo posto alla Fenice. Lì dove sul podio salgono anche i personaggi aretini, il libro di edizioni Zona che ogni anno a Natale mette la quarta, un po’ dappertutto.

Un Natale strano. Che alla Edison, e non solo, vede brillare due sportivi come Ibrahimovic e Simoncelli: anche se poi su scala annuale nell’altro gigante di piazza Risorgimento premia, Volo e Mazzantini a parte, anche Manfredi, forse sulla scia del Giardino di Idee. E mette nella top ten il re dei rottamatori Matteo Renzi con «Fuori», l’unico politico nella hit parade aretina di carta. Alla Giunti si concede il podio Susanna Tamaro con «Per sempre», anche lei ospite dei «Fiorini-boys», ed entrano in classifica i libri di cucina della Parodi e «Il regalo da Tiffany», chissà, forse sotto l’effetto dei cinema vicini di casa nella multisala.

Chi un anno dopo l’altro esce dal coro è la Mori: con un debole, tra l’altro, per i libri d’arte e che vede al primo posto «Pieni di grazia» di Vittorio Sgarbi. Dietro, altra eccezione, Andea Vitali con «Zia Antonia sapeva di menta». Nella top ten c’è anche Baricco, il cui «Mister Gwyn» trova fortuna qui, al Viaggiatorem, alla Feltrinelli ma meno di quanto non immagineresti.

Già, la Feltrinelli? Ha aperto ora e i suoi bilanci 2011 somigliano parecchio ai bilanci di Natale. La testa la conquista, pensate un po’, Luciana Littizzetto con «L’educazione delle fanciulle». A ridosso, Volo a parte, Isabel Allende e «1Q84», uno dei casi letterari dell’anno.

Più Steve Jobs, le cui biografie non scalfiscono il trono della narrativa ma vanno bene o benino quasi dappertutto. Così come Giorgio Faletti, anche lui eternamente sul filo tra la penna e lo spettacolo. E tra i più letti, in questo caso alla Mondadori, c’è perfino «Il mercante dei libri maledetti»: i librai lo vendono volentieri. Un po’ perché è il loro mestiere. E un po’ perché prenda anche lui il volo.