Csm, pratica su Rossi rinviata: ma archiviazione ormai quasi certa

Non sembrano esserci dubbi sull'esito finale, la mancanza di incompatibilità tra incarico di consulente e inchieste: esito dopo l'audizione anticipato dallo stesso relatore

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 12 gennaio 2016 - Tutto rinviato, ma l’archiviazione della pratica pare ormai l’orientamento certo della prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, presieduta da Giovanni Legnini. Era prevista per ieri la decisione Csm sulla pratica aperta nei confronti del procuratore capo Roberto Rossi, per verificare la presunta incompatibilità tra il coordinamento delle indagini sul crac di Banca Etruria e il suo incarico di consulente giuridico della presidenza del Consiglio dei ministri presso il cosiddetto Dagl, acronimo che sta per Dipartimento affari giuridici e legislativi.

Il rinvio è legato a questioni di carattere tecnico: le tre relazioni di Bankitalia che il Csm ha acquisito agli atti sono state rese disponibili soltanto oggi in formato cartaceo e alcuni consiglieri hanno dunque chiesto di poter avere più tempo per leggerle e fare un riscontro tra questi documenti e le dichiarazioni del pm Roberto Rossi nell’audizione dello scorso 28 dicembre. Si va in ogni caso, come già aveva fatto intuire il vicepresidente del Csm Legnini, verso l’archiviazione.

«Non sussistono questioni di incompatibilità» aveva detto Legnini subito dopo l’audizione. L’incarico, per il quale tra l’altro il procuratore aretino non ha percepito alcun compenso, era stato affidato a Rossi quando al governo c’era Enrico Letta; ed è scaduto il 31 dicembre scorso.

Per Rossi ieri è stato un giorno come gli altri, di lavoro fin dal primo mattino sulle carte sequestrate venerdì dalla guardia di finanza nelle quattordici società perquisite nell’ambito dell’inchiesta sull’ipotesi di conflitto di interessi che vede indagati l’ex presidente Lorenzo Rosi e il cosigliere di amministrazione Luciano Nataloni.