Zonin in commissione: "A me nessuna pressione da Bankitalia per Bpel. Quell'Opa rifiutata"

Salta il riscontro con i ricordi degli ex vertici Bpel. L'ex patron di Popolare di Vicenza: "Mai conosciuti i Boschi padre e figlia". "Con Visco mai parlato di Etruria"

L’ex presidente della BpVi, Gianni Zonin

L’ex presidente della BpVi, Gianni Zonin

Arezzo, 14 dicembre 2017 - Nel corso dell’audizione in commissione Banche gli dicono ironicamente che è stato bravissimo a svicolare dalle domande, in particolare le più spinose. E in effetti Gianni Zonin, ex presidente di Banca Popolare Vicenza, affondata nel corso del suo mandato, aggiunge ben poco, quasi niente, a quanto si sapeva sul tema della trattativa con Banca Etruria, questione ancora caldissima per gli aretini.

Ci fu un’Opa, si limita a dire, che noi accantonammo dopo la risposta negativa da parte di Bpel, senza trasformarla in Opa ostile. L’interesse del suo istituto, spiega, era chiaro: avendo già il controllo di Cariprato, con l’acquisizione di Etruria Bpvi sarebbe diventata la seconda banca della Toscana dopo Monte dei Paschi, un ruolo evidentemente strategico.

Zonin invece svicola su eventuali pressioni da parte di Bankitalia perchè l’aggregazione andasse in porto: con il governatore Visco ci siamo visti solo due volte, forse parlammo di Veneto Banca, di certo non abbiamo parlato di Etruria. Ma l’Opa su Bpel era una riposta a una sollecitazione di via Nazionale? Non ne so niente, replica l’ex presidente, con Bankitalia parlava l’amministratore delegato, ossia Samuele Sorato, di cui a fine giornata il capogruppo Pd in commissione, Matteo Orfini, chiede l’audizione.

La ricostruzione di Zonin, dunque, resta scheletrica, senza alcun riferimento (nè i commissari glielo chiedono) ai particolari che emergono dai ricordi degli ex vertici di Etruria e dai verbali di quanto l’allora presidente Lorenzo Rosi spiegò nelle sedute del Cda del 6, 11 e 19 giugno 2014. Il padre-padrone per 19 anni di Pop Vicenza non dice niente dei contatti informali che si aprirono quando gli amministratori di Bpel gli rappresentarono che l’Opa per cassa presentata dalla sua banca, non sarebbe probabilmente passata in assemblea dei soci e che era il caso di esplorare modalità di integrazione alternative.

Non dice niente neppure dell’incontro che sabato 14 giugno 2014 si svolse nella sua villa di Gaiole in Chianti avendo per interlocutori Rosi e il suo vicepresidente vicario Alfredo Berni. Da lui perciò non si sa se corrisponda al vero quanto affermato dinanzi al Cda di Etruria dal presidente, che cioè si fosse concordato un progetto di aggregazione in più fasi, con la cessione immediata delle filiali di Etruria no core (al nord, nelle regioni adriatiche e nel Lazio) con successivo diritto di prelazione a Vicenza in vista di un’assemblea dei soci Bpel che avrebbe dovuto tenersi entro il mese di novembre.

Zonin non parla neppure dell’incontro in Bankitalia del 16 giugno nel corso del quale al vertice di Etruria (Rosi, Berni e l’altro vicepresidente Pierluigi Boschi) che presentava il piano alternativo oppose la disponibilità sua e di Vicenza solo all’Opa per cassa. Non si dilunga neppure sull’altra contestazione degli ex amministratori di Bpel, che cioè quella di Bpvi non fosse giuridicamente un’Opa vincolante ma una pre-Opa mai formalizzata.

Resta nel dubbio, quindi, se chi conduceva le trattative per Etruria ricordi male o abbia capito male oppure se ci sia stata una retromarcia in extremis da parte di Vicenza. Zonin si limita a dire di non conoscere i Boschi, la figlia ministro e il padre ma almeno papà Boschi una volta l’ha visto, nell’incontro in Bankitalia del 16 giugno 2014.

Intanto, di pressioni di Bankitalia parla l’ex vicedirettore di Vicenza, Adriano Cauduro in un’intervista alla Verità: «Nei corridoi della banca si parlava continuamente di acquisizioni caldeggiate da via Nazionale. Ricordo Spoleto, Cariferrara ed Etruria». E chissà chi è che ha buona memoria davvero.