Vigili del fuoco senza elicottero: è in riparazione. "Rischi in caso di maxi-incendi"

Il vicecomdante Tiezzi spiega che partirebbe da Cecina ma altro è averlo qui. Problemi di organico. Bruciati per ora più ettari di bosco di tutto il 2016

Vigili del fuoco

Vigili del fuoco

Arezzo, 20 luglio 2017 - Emergenza fuoco. E' quella che ha travolto mezza Italia e che qui per ora si è avvertita in modo più felpato: anche se decine di ettari sono comunque andati in fumo. E addirittura sono stati distrutti inpoche settimane tanti ettari di bosco quanti quelli di tutto il 2016.

E la stagione del fuoco ci trova in una situazione di oggettiova fragilità, come ci conferma il vicecomandante dei vigili del fuoco MarcelloTiezzi. «In Toscana siamo intervenuti per varie emergenze, Piancastagnaio in testa:  ma non siamo potuti intervenire a Salerno per la mancanza dell’elicottero"-

Che succede al nostro elicottero? «E’ in ispezione da un mese e ne siamo sprovvisti, ne abbiamo avuto uno di Roma in prestito ma da una settimana siamo senza. Il nostro starà sei mesi in osservazione prima di rientrare in servizio. Un’ispezione quinquennale prevista, e per ovviare alla mancanza ce ne spetta uno di un altro comando, ma da qualche giorno manca. Speriamo non succeda niente, per un incendio molto grave sarebbe un problema: anche se in caso di bisogno verrebbe convogliato qui quello di Cecina».

E l’emergenza riguarda anche l’organico. «Abbiamo fuoristrada per raggiungere zone più difficili e boschi, il camion e mezzi più piccoli come quello ereditato dalla forestale con la botticella, sedi ad Arezzo, Montevarchi, Cortona e Bibbiena e distaccamenti volontari a Pratovecchio e Sansepolcro. Ma il personale è frazionato tra sedi e turni per garantire copertura giorno e notte. Per un turno ci vogliono 6 persone, abbiamo 180 vigili ma in servizio permanente sono solo 30. A questi si sommano i volontari, che essendo tali non sempre ci sono». Nove ettari bruciati a Civitella, a Terontola 50 ettari tra Arezzo e l’Umbria, altri questa settimana tra Agazzi. C'è chi continua a bruciare potature e rami secchi nonostante i divieti».