Ubi, ore decisive: verso il ritiro dei fondi, poi la firma. Mille esuberi nelle good bank?

Lunedì l'ultimo giorno utile per eventuali passi avanti dei nuovi soggetti. Il quadro per le successive ristrutturazioni

Viktor Massiah

Viktor Massiah

Arezzo, 7 gennaio 2017 - Cessione Banca Etruria ad un bivio. I fondi di private equity americani che presentarono un’offerta, respinta al mittente, e Bper entro lunedì devono dire se vogliono riaprire la due diligence alle stesse condizioni di Ubi, come imposto dalla Bce con una decisione che ha mandato in bestia Roberto Nicastro, presidente delle Good Bank, e tutto il suo staff. Ma nè Apollo nè Lonely Star paiono più intenzionati a mettere le mani nel dossier Etruria.

E Bper, la popolare modenese è già coinvolta nella trattativa per l’acquisto di Cassa di risparmio di Ferrara. Quasi impossibile pensare che voglia d’improvviso cambiare strategia . Il supplemento di istruttoria imposto da Francoforte dovrebbe perciò tradursi in una procedura meramente formale. Da lunedì, salvo sorprese clamorose, Ubi tornerà ad essere sola sul palcoscenico.

Alle sue condizioni: un euro (puramente simbolico) quale prezzo di acquisto, ricapitalizzazione delle tre good bank destinate alle nozze (oltre a Bpel, Marche e Carichieti), cessione preventiva degli ulteriori crediti deteriorati accumulati nell’ultimo anno e clausole finanziarie varie.  Una volta liberato da eventuali pretese dei fondi americani, Victor Massiah, amministratore di Ubi, dovrebbe arrivare alla firma del preliminare d’accordo forse entro la fine della prossima settimana.

Poi comincerà un’altra partita: la ristrutturazione delle banche in vendita. C’è da decidere se fonderle in un istituto solo che a sua volta sarà fuso in Ubi o se il gigante  bergamasco-bresciano procederà all’incorporazione delle singole banche ad una ad una. E poi c’è la questione dei dipendenti in esubero. Secondo alcune fonti, sarebbero addirittura 1700 fra tutte e tre le good bank. Altri spiegano che gli esuberi potrebbero fermarsi a 900.