Morta in geriatria, eseguita l'autopsia: decesso non collegato alla caduta?

La tragedia di una signora di 80 anni, mamma della compagna di Drigo dei Negrita: tre volte al pronto soccorso per una caduta, quindi ricovero e la fine. Denuncia e inchiesta

Pronto soccorso (foto repertorio)

Pronto soccorso (foto repertorio)

Arezzo, 27 maggio 2017 - L’inchiesta è aperta e l’autopsia è stata effettuata nel pomeriggio di ieri al San Donato dall’equipe di medicina legale dell’università di Siena. A disporla, dietro la presentazione di un esposto in procura da parte dell’anziana deceduta, è stato il pm che ha aperto un fascicolo al momento contro ignoti.

E’ ovviamente presto per avere una risposta definitiva dall’esame, anche se qualche indiscrezione sta trapelando. Dall’autopsia, in sostanza, non sembrerebbero emergere particolari relazioni tra la caduta della signora e la morte avvenuta in reparto. Questo potrebbe portare a escludere eventuali responsabilità mediche nella gestione della paziente, anche se sarà poi il magistrato a trarre le sue conclusioni.

Era morta dopo tre corse al pronto soccorso. Morta in ospedale, nel reparto geriatria dovve era appena stata ricoverata. E’ la storia di una ottantenne, che ha inizio con una banale caduta in casa e la rottura forse di alcune vertebre. La donna è la mamma della compagna di Drigo, storico chitarrista dei Negrita, il celebre gruppo rock italiano.

L’anziana era caduta nella propria abitazione, dove viveva da sola. Da lì la decisione di recarsi al pronto soccorso dove, dopo tac e controlli, i sanitari decidono di rimandarla a casa.Ma i dolori continuano, e la donna torna nuovamente al pronto soccorso. «Gli accertamenti ancora una volta rassicurano che non c’è nessuna patologia particolare che giustifichi la caduta» assicurano i sanitari.

 La signora viene rimandata a casa per la seconda volta. Ma i dolori non si placano e l’anziana decide di tornare per la terza volta. Per i sanitari «la sua condizione fisica non giustificherebbe un ricovero». Ma è quello che la figlia a questo punto ha chiesto. I sanitari, secondo la ricostruzione che ci viene fatta dalla Asl, si rendono disponibili. Decidono di un ricovero per due giorni al Modica, il modulo di continuità assistenziale. Ma non ci sono letti disponibili e viene mandata in geriatria. E’ lì che, martedì sera muore dopo  un’ora. Un dolore terribile per la famiglia, la sorpresa dei medici. «Siamo stati noi – ci conferma il primario di geriatria Mario Felici – a richiedere subito un riscontro diagnostico per capire correttamente le ragioni della morte».

«In un primo momento i familiari sembravano perplessi e pronti ad opporsi. Ma il giorno dopo hanno cambiato idea e si sono presentati con un avvocato» spiega il direttore dell’ospedale, Massimo Gialli. La famiglia non fa che chiedere di vederci chiaro. E  presenta un esposto in Procura che ha comportato il conseguente sequestro della cartella clinica dell’anziana e la decisione del magistrato di disporre l’autopsia.  «I sanitari in base ai controlli effettuati ritengono non ci sia stata alcuna carenza assistenziale» spiega il direttore del San Donato. «Siamo sorpresi e dispiaciuti dell’accaduto».