Toscana Pride parte la macchina per la festa gay in città

Si lavora per studiare il percorso e la piazza che ospiterà l’evento

LA PRESIDENTE Veronica Vasarri di Chimera Arcobaleno

LA PRESIDENTE Veronica Vasarri di Chimera Arcobaleno

Arezzo, 6 febbario 2017 - Il prossimo 27 maggio Arezzo il secondo Toscana Pride che, dopo la prima edizione dello scorso anno a Firenze approda su questa riva dell’Arno. Un evento appoggiato già da trenta realtà del territorio, tra associazioni culturali, sindacati, comitati sportivi, cosa che riempie di soddisfazione la presidente di Chimera Arcobaleno Arcigay Veronica Vasarri: «Mi ha fatto molto piacere notare che si sono spese anche realtà che non si erano mai esposte sul tema dei diritti. Se ti aspetti l’appoggio a una manifestazione come questa da parte dell’Arci o della Cgil, non è altrettanto scontato che aderiscano anche associazioni culturali o realtà commerciali»

Secondo lei Arezzo è pronta per ospitare la manifestazione?

«A giudicare dalla risposta, penso di sì. È normale che non avremo l’appoggio del 100% della città, ce lo aspettiamo. L’idea di fare qui il Toscana Pride è arrivata direttamente dal comitato regionale, sono stati loro a sollecitarci. Dopo un attimo di titubanza iniziale, ci siamo buttati con entusiasmo e adesso stiamo studiando insieme il modo migliore per farlo».

Che flusso di persone vi aspettate?

«L’anno scorso a Firenze c’è stata una partecipazione altissima, oltre 30 mila persone. Eguagliare il capoluogo sarà dura ma penso che arriveranno comunque migliaia di persone da tutta la regione».

Già deciso il percorso?

«Non ancora, lo stiamo studiando con tutte le realtà che collaborano. L’anno scorso il percorso fu sbloccato solo 10 giorni prima della manifestazione, speriamo si possa fare meglio quest’anno».

I rapporti con il Comune?

«Prima di Natale abbiamo avuto un incontro con l’assessore Tiziana Nisini che ci ha detto che ne avrebbe parlato in Giunta, poi nessun contatto ma è anche vero che è stato solo un incontro informativo. Il messaggio che vorrei passasse è che questa è una grande opportunità anche dal punto di vista turistico per Arezzo».

Che senso ha una manifestazione come il Toscana Pride nel 2017, anche vista la recente approvazione delle unioni civili?

«Tantissimi sensi. Finalmente abbiamo le unioni civili ma non si esaurisce lì la nostra battaglia. Non c’è una legge che tuteli i figli delle coppie omogenitoriali, nel caso succedesse qualcosa al genitore biologico, rimane la battaglia sulle adozioni, sconfiggere la omotransfobia che c’è ancora nella nostra società. La lista è lunghissima».