Svolta mostre orafe: ecco il contratto. Gestione a Rimini e Vicenza, 1 milione all'anno

Domani al vaglio dell'assemblea di Arezzo Fiere: in caso di ok sarà operativo da subito. Garanzia sulla sede qui fino al 2031 e forse a tempo indeterminato

Andrea Boldi

Andrea Boldi

Arezzo, 18 gennaio 2017 - Eccola la rivoluzione delle fiere orafe che La Nazione aveva anticipato alla vigilia di Natale, eccola nero su bianco nel contratto che domani sarà all’esame dell’assemblea dei soci di Arezzo Fiere: dodici pagine nelle quali si stabilisce nei dettagli il passaggio di Oro Arezzo, la mostra di primavera, e di Gold Italy, quella di autunno, sotto l’egida di Italian Exhibition Group, il gigante del settore fieristico che è nato dalla fusione fra le Fiere di Rimini e di Vicenza e che già organizza, tra le altre, le mostre orafe vicentine, le più importanti insieme alle due aretine.

La bozza di contratto, stesa ai primi di gennaio dal prestigioso studio legale fiorentino Tombari, è ancora a livello di bozza di cui si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli. E’ il documento che nei giorni scorsi Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere, ha già sottoposto ai principali soci pubblici della sua società: la Regione, la Camera di Commercio, il Comune e la Provincia. L’essenziale, comunque, sta nella versione che La Nazione ha avuto modo di consultare.

In sostanza, entro il 15 febbraio 2017 e poi negli anni successivi fino al 2021 entro il 31 gennaio, l’organizzazione di Oro Arezzo sarà trasferita al gigante RiminiVicenza dietro il pagamento di un milione e 64 mila euro. Nel biennio 2020-2021 tale cifra sarà ridefinita sulla base degli utili prima delle tasse della mostra ma con una cifra che in ogni caso non potrà essere inferiore a 900 mila euro. In più Arezzo Fiere, che fornirà strutture e personale, riceverà 86 mila euro per i servizi commerciali prestati.

Da notare che il marchio Oro Arezzo è di proprietà della Camera di Commercio, con la quale Arezzo Fiere dovrà trattare l’acquisto a un prezzo non inferiore a 70 mila euro. Se l’accordo non venisse raggiunto, la fiera si farà lo stesso ma con un altro nome. In tal caso, il corrispettivo per la società di Boldi sarà decurtato di 150 mila euro.

Per Gold Italy, invece, il pagamento sarà effettuato entro il 30 giugno e sarà pari a 80 mila euro. Il contratto regola anche la permanenza ad Arezzo delle due manifestazioni. Verrà infatti costituito un comitato consultivo di 4 persone, due nominate da Italian Exhibition Group e due da Arezzo Fiere che avrà potere vincolante sulla sede, salvo comprovata indisponibilità del Palaffari. Ovviamente, in una struttura paritaria, sarà come se i due prescelti dalla società aretina avessero potere di veto.

Il contratto, se approvato dalle parti, resterà in vigore fino al 2021. Se per allora Ieg, cioè il colosso Rimini-Vicenza, avrà organizzato tutte e 4 le edizioni in programma, ne ricaverà un diritto di opzione che comporterà il trasferimento definitivo a Italian Exhibition Group dell’organizzazione di Oro Arezzo e Gold Italy. In tal caso, il documento prevede che il gigante fieristico paghi una tantum ad Arezzo Fiere la somma di 4 milioni e 374 mila euro, assumendosi l’impegno a mantenere gli eventi al Palaffari fino al 2031.

In una bozza di modifica, anzi, si prevede che la sede resti immutata a tempo indeterminato, «salvo incontrovertibili motivi di mercato che ne impongano il trasferimento provvisorio in altra sede». Come si è vede, è una vera e propria rivoluzione che incombe sulle due grandi mostre orafe fin dalle edizioni di quest’anno. Ovviamente se, e solo se, l’assemblea dei soci di Arezzo Fiere dirà di sì.

di Salvatore Mannino