Stop all'alcol: prime multe, lente sui bar. E la movida inscena il funerale / FOTO e VIDEO

Sui locali per ora una ricognizione. "Molte attività ancora non in linea". All'una la marcia funebre in San Francesco, tra lumini e candele sul sagrato

Stop all'alcol in San Francesco

Stop all'alcol in San Francesco

Arezzo, 21 agosto 2017 -  La notte analcolica della movida scorre  tra funerali simulati, marce funebri, proteste e controlli. I controlli sono soprattutto quelli della polizia municipale. E che portano alla prima multa: un signore dell’est, che in piazza Zucchi non si dilegua come tanti altri hanno fatto. «Come vedono le divise saltano in macchina e se ne vanno» racconta il comandante Cino Augusto Cecchini.

Chi beve un bicchiere di troppo fa di necessità virtù. Bevono lo stesso ma se ce la fanno si dileguano. E siamo solo all’inizio. Ieri sera il bis. A quando le prime multe ai locali che servono l’alcol dopo l’una? «Vediamo: la prima sera c’è stato un giro di ricognizione. E dal giro abbiamo verificato che intanto stanno facendo finta che l’ordinanza non ci sia».

Un mojito dopo l’una. O anche una bottiglia venduta dopo le 21, l’altro aspetto della delibera che sta facendo discutere la città. I controlli finora sono «ufficiali»: agenti in divisa e pattuglia in vista. «Ma pur rispettando la linea di non infierire passeremo anche a quelli in borghese: perché l’ordinanza è una cosa seria». La parola d’ordine di Cecchini è semplice. «A volte ci vorrebbero meno regole e più applicazioni».

I bar che intanto sono nella fase della protesta con il mezzo sorriso. Al centro della notte di sabato la manifestazione di San Francesco. E’ partita presto, in orario ancora «coperto». Una fila di lumini e un cartello. Un bel «Riposa in pace» scritto in grande e sotto la dicitura «Funerale alla movida, nata in Spagna e morta ad Arezzo». Finché le ore non si fanno piccole. Uno dei gestori dei Costanti, Marco Grotti, esce e da un angolo della piazza si alzano le note della marcia funebre di Chopin. Qualcuno saluta la musica alzando il calice. Poi le lancette indicano l’una e le ordinazioni proseguono. «Mi dispiace, non possiamo servire altri alcolici». E scatta la ritirata. «Ad un quarto alle due – spiega Grotti – il bar era praticamente vuoto. Con un’ordinanza hanno spento la città». 

IL VIDEO 

I controlli intanto proseguono. Subito ficcanti sulle comunicazioni. E per ora più preventive sul fronte dei locali: informativi, la verifica che vengano posizionati i cartelli sul divieto. Ma anche in questo campo prima o poi dovranno scattare le eventuali sanzioni, che in questo caso sono doppie: 200 euro invece di 100.