Stop agli alcolici? Parte della maggioranza dissente: "Così penalizzati i locali"

All'attacco anche le associzioni di categoria: "Non confondere movida con quanto accaduto a Saione"

Catiuscia Fei

Catiuscia Fei

Arezzo, 17 agosto 2017 - Continuano a fioccare le reazioni dopo l'ordinanza anti-alcolici del sindaco. All'interno della maggioranza le voci non sono unanimi. Ad esempio, i consiglieri Scapecchi, Forza Italia, e Angelo Rossi, Ora Ghinelli, assieme al coordinatore di Forza Italia Maurizio D'ettore bocciano in parte il provvedimento: "Siamo pienamente d'accordo sul limitare il consumo di alcool per strada dalle 19 alle 7 del giorno successivo, in quanto questa norma mira ad eliminare il degrado che si crea in molte strade e piazze della città, specie nel centro, a seguito dell'abbandono di bottiglie e bicchieri da parte di consumatori incivili. Chiediamo comunque che ci sia buon senso e ragionevolezza nei controlli, evitando di sanzionare chi si troverà, negli orari oggetto del divieto, nelle immediate adiacenze di un pubblico esercizio che regolarmente somministra all'interno dei propri locali. L'obiettivo dev'essere quello di combattere l'abuso di alcool e preservare il decoro. Vogliamo che spariscano i capannelli di ubriachi in Piazza Guido Monaco e a Campo di Marte, non i clienti dei locali aretini. Siamo pienamente d'accordo anche sul divieto di vendita di bevande alcoliche da asporto dalle 21 alle 7 del giorno successivo, per gli stessi motivi sopra elencati". Poi arrivano le dolenti note: " Siamo invece in forte disaccordo con la terza parte dell'ordinanza, che vieta la somministrazione di bevande alcoliche anche all'interno dei locali dall'1 alle 7 del giorno successivo. Riteniamo che questa misura restrittiva andrà a danneggiare solamente i commercianti e gli avventori dei locali che non saranno più liberi di bersi una birra o un amaro o un cocktail a un orario che, specie in estate e nel fine settimana, non può essere considerato tardo. Questa misura ha un retrogusto di proibizionismo, e da liberali quali siamo riteniamo che il proibizionismo abbia fallito sempre e dovunque e non abbia mai portato gli effetti sperati. Chi vuole abusare di alcool si rifornisce nelle ore pomeridiane per poi consumare con tutta calma nel corso della serata, arrivando sovente ad ubriacarsi ben prima dell'una. Pertanto, questa terza parte dell'ordinanza rischia di penalizzare l'uso e non l'abuso. Ben più ragionevole sarebbe stato far iniziare alle 2, come da noi proposto, l'inizio del periodo di divieto, anche perchè probabilmente con quest'ora in più, oltre a non creare problemi ai commercianti, non sarebbero state necessarie le già annunciate deroghe per i quartieri del Saracino." Sull'argomento interviene anche il coordinatore provinciale di Forza Italia, Felice Maurizio D'Ettore, che dichiara "In questo periodo estivo gli esercenti svolgono appieno le loro attività e molti cittadini frequentano in particolare i locali del centro, animando e rendendo viva la città. Sarebbe quindi auspicabile un limite all'orario per la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche che combatta gli eccessi, auspicabilmente non prima delle  2 del mattino."

Prende posizione anche la Confcommercio per bocca del vice direttore Catiuscia Fei: "In merito all’ordinanza del Comune di Arezzo sulla sicurezza urbana, che dovrà entrare in vigore dopo l’approvazione del prefetto, Catiuscia Fei espone le sue perplessità. “Esiste un problema di presidio e controllo del territorio che certamente ha assunto, negli ultimi tempi, una grave attualità   e comprendiamo pertanto l’esigenza di “fare” qualcosa. Non comprendiamo però il ricorso ancora una volta a provvedimenti di generico stampo proibizionista, dubbiosi su che tipo di contributo potrebbero dare alla soluzione del problema: impedire alla gente per bene di Arezzo e ai turisti di consumare un drink la sera e, soprattutto, impedire agli operatori corretti di fare il loro lavoro credo che non sposterà di una virgola i termini del grave problema. Come associazione siamo disponibili a dare tutto il contributo possibile purché si evitino decisioni demagogiche e di pancia che non hanno mai rappresentato nessuna prospettiva. Per prevenire comportamenti illegali si rischia così di colpire le imprese che lavorano nella legalità. Regole precise sulla somministrazione, infatti, esistono già ma non vengono o non si riesce a farle rispettare, per questo il tema dei controlli è centrale: imporre le leggi è inutile se poi non si fanno le dovute verifiche. Attenzione poi a non confondere la movida con gli atti incresciosi che hanno recentemente colpito alcune zone della città fare di tutta l’erba un fascio sarebbe un errore imperdonabile”.