Siccità, ancora danni all'agricoltura: raccolto di mele giù del 60%

Il punto di Coldiretti. Caldo e siccità hanno però, in alcuni casi, esaltato alcune qualità dei prodotti

TULIO MARCELLI Il Presidente di Coldiretti Arezzo e Toscana fa il punto sui braccianti agricoli

TULIO MARCELLI Il Presidente di Coldiretti Arezzo e Toscana fa il punto sui braccianti agricoli

Arezzo, 5 settembre 2017 - Con l'ultima ondata di caldo di fine agosto e con i violenti nubifragi che si sono abbattuti sulle campagne aretine, sale il conto dei danni a cominciare dalla raccolta delle mele dove si prevede un calo della produzione del 60% rispetto a quella della scorsa stagione con punte di perdite fino al 100%. “Si allunga la lista delle colture colpite dall'andamento climatico anomalo del 2017 anche nella provincia di Arezzo - spiega il presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo Tulio Marcelli – ai danni che le imprese agricole hanno subito in questi mesi, adesso si va ad aggiungere il disastro che ha colpito le mele che hanno patito shock termici con le gelate di tarda primavera prima e la forte siccità dell’estate dopo lasciando così le aziende in forte difficoltà”. Non solo danni però, il caldo e la siccità che hanno decimato le produzioni agricole - spiega la Coldiretti - hanno infatti esaltato le caratteristiche qualitative, dalla raccolta di supergrano alla frutta dolcissima cui le condizioni climatiche hanno garantito un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti come vitamine, antociani e betacaroteni.

“La situazione è drammatica anche per le nostre mele – afferma Michele Dioni della società agricola Pollice Verde che ha sede in Valdichiana – la grande gelata di fine aprile prima alla quale si è sommata la siccità, hanno provocato danni ingenti ed ora sulle piante ci sono pochissimi frutti dei quali la maggior parte sono bruciati o scottati e quindi invendibili, i frutti sono infatti deformi, praticamente 1/3 di una mele normale, siamo al 60% in meno della produzione. E’ difficile operare in un contesto simile perché così, in questa situazione non riusciamo nemmeno a coprire i costi di produzione”. Il risultato è che continuano a salire le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, ma anche segnato da gelate e da violenti nubifragi con grandine.

“Con il mix del gelo e della siccità che si sono andati ad abbattere nelle nostre piante, quest’anno non abbiamo nemmeno una mela da poter commerciare – sono queste le parole di Elena Bertini dell’omonima azienda agricola, imprenditrice del Casentino che racconta quello che è accaduto alla sua produzione – è proprio così, non ho mele da vendere, non ho il numero per servire i nostri clienti. Prima le fioriture sono state pizzicate dal ghiaccio, poi la mancanza di acqua nel terreno ed il caldo dall’alto le ha letteralmente cotte. La sintesi è presto fatta, senza produzione non avrò reddito quest’anno”. L’estate va a chiudersi con le temperature massime che sono risultate superiori di 3,9 gradi la media mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 62,3% nella prima decade, dopo che la temperatura massima è stata superiore alla media di 1,2 gradi a luglio e di 3,1 gradi a giugno mentre le precipitazioni sono state inferiori rispettivamente del 41,6% a del 31,5% secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ucea. “Per molte delle nostre aziende agricole – sostiene il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi - un intero anno di lavoro è andato perduto, proprio nel momento in cui si avvicinava la raccolta mettendo così a rischio la loro sostenibilità economica. I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.