Arezzo, 26 gennaio 2017 - Storie di codice rosa, storie di violenza. Con gli ultimi dati che indicano un incremento di casi del 18% nel 2016. Nel racconto di Silvia Gatto, responsabile del codice rosa al San Donato.
«Una donna del Kenya era picchiata dal marito ma non voleva denunciare avendo paura, anche per i suoi familiari. Non lavorava, non conosceva bene l’italiano, dipendeva completamente dal marito che ogni mese mandava i soldi in Kenya per mantenere anche la famiglia di lei. Non aveva dubbi che qualcuno qui l’avrebbe aiutata, ma non se la sentiva di abbandonare i parenti al loro destino».
Storie di violenza. Come quella di una giovane marocchina, appena maggiorenne, vessata dal fratello maggiore che la voleva già avviata verso il classico matrimonio combinato: «La ragazza viveva in Italia da tempo, andava a scuola in città, era ben integrata. Purtroppo suo fratello, il vero capofamiglia perché l’unico a lavorare, non approvava il suo vivere alla maniera occidentale».
«Da lì le violenze e il taglio netto dei contatti con il resto del mondo: le aveva tolto tutto, dal cellulare al pc, affinché fosse controllabile e sottomessa. L’abbiamo aiutata permettendole di contattare altre connazionali più fortunate ed è riuscita a sottrarsi al contesto familiare».
E c'è stato anche un caso di marito picchiato dalla moglie. "Anche in questo caso i colleghi del 118 hanno riscontrato uno stato di assoluta prostrazione da parte dell’uomo per la ripetitività dei casi».