Scempio Lebole: blitz di ladri e vandali, sprofonda nel degrado

Completati gli impianti di base per l'apertura del cantiere, già trafugati tubi e impianti. "Danni gravissimni: ma noi non ci fermiamo"

Scempio alla Lebole

Scempio alla Lebole

Arezzo, 21 novembre 2017 - Non hanno pietà neanche di un moribondo, della Lebole e della sua storia. Nè del progetto che dovrebbe regalare finalmente un futuro a quell'area. No, ladrie vandali colpiscono ancora. «Siamo in balìa, vengono quasi tutte le notti, rubano a puntate, caricano gli zaini e poi tornano». Corrado Prosperi è ingegnere, segue da una vita l’impiantistica dell’area e parla anche a nome della proprietà.

Ma cosa rubano in’un’area ridotta a carcasse e vuoti? «Tutto: avevamo posto le basi del cantiere, eravamo intervenuti sui sottoservizi, sui serbatoi dell’acqua, sull’impianto di allarme. Si sono portati via fili di rame, tombini, sanitari, manopole, interi quadri elettrici». Sei lì e in effetti ti muovi tra le tracce di questo infinito degrado. Un saccheggio a cielo aperto. A partire dai lucchetti che chiudono i cancelli. 

Intorno oltre un chilometro di perimetro, una fortezza troppo grande da presidiare perfino da un esercito. «Abbiamo alzato le reti, rafforzato le inferriate, sostituito i pilastri centrali. Niente, passano comunque e ovunque».  Non ci sono vetri che non siano stati in frantumi. «Non solo ladri: sembra che i ragazzi facciano a gara ad entrare per prenderlo come bersaglio».

«E non dimentichiamo chi continua ad entrare per dormire». Qualche anno fa ci fu un incendio tra i giacigli, domato dai vigili del fuoco. «Pochi giorni fa ero nella zona degli uffici e spunta una testa: ma lei che ci fa?». Ma a fargli più male è il saccheggio delle basi della rinascita. «Mesi di lavoro, la sostituzione di tubi, condutture, impianti. Dobbiamo ricominciare da capo». Ricominciare non da tre ma da centomila, euro perfino. una prima, approssimativa stima dei danni. L’ennesimo sacrificio di Marco Carrara, il proprietario, ad un’avventura finora fatta solo di spese e priva di entrate.

Primo obiettivo il rame. «Lasciano il ferro, perché pesa tanto e costa poco». «Così non andiamo avanti: è un problema nostro ma di tutta una città che convive con uno spazio che non riesce a decollare». Però sono pronti a ripartire, il cantiere scatterà dalle prossime settimane.