Saione, morsa in vista su alcol e orari: è già scattata la prima chiusura di un'attività

Controlli incrociati, in campo anche la Usl. Ma interventi di questo tipo possibili anche da parte solo dei sindaci con le ordinanze ex articolo 50

Clima teso e controlli a Saione

Clima teso e controlli a Saione

Arezzo, 28 luglio 2017 - I vigili in pressig su Saione. Se non è pattuglia fissa poco ci manca: una presenza costante, in genere a ridosso degli angoli più critici. Secondo una linea che continuerà. E dopo? Bocche cucite in attesa di verificare meglio i problemi in diretta e trovare eventuali accorgimenti. Ma la linea pare praticamente segnata. Ed è la linea Guido Monaco.

Ricordate? Qualche mese fa cominciarono a scattare provvedimenti drastici non certo nei confronti di tutti, cosa che sarebbe facilmente impugnabile, ma verso alcune attività. Nel mirino la vendita di alcolici e gli orari di apertura di alcuni dei punti più caldi. E i vigili non sono da soli. In corso in queste ore controlli congunti, anche con polizia e Usl. E ieri è scattatala prima chiusura di un’attività, anche se per problemi più che altro ambientali.

Davvero tutto parte da una bottiglia in più? Forse no ma alla fine i conti vanno fatti non con i poteri che verranno ma con quelli reali. E in mano ai sindaci restano alcune norme che in genere si sintetizzano nelle cosiddette ordinanze ex articolo 50 ed ex articolo 54. Norme che nel fissare i poteri non solo dei sindaci ma anche dei presidenti della provincia scendevano nel concreto delle misure possibili in situazioni di emergenza.

Da una parte consente di adottare ordinanze urgenti per «interventi volti a superare situazioni di grave incuria e degrado del territorio» e specifica «di pregiudizio della vivibilità urbana». Dà la possibilità ad esempio di «intervenire sugli orari di vendita, asporto e somministrazione di bevande alcoliche». LIMITAZIONI che sempre sul filo di quegli articoli permette di disporre certi vincoli anche per periodi lunghi anche se non superiori ai trenta giorni. Che è più o meno quello che è stato fatto in piazza Guido Monaco. Ma occhio: i criteri per farlo devono essere blindati. Primo perché è giusto così e secondo per evitare dolorosi ricorsi al Tar.