Questa mattina workshop sul futuro dell'ex area mineraria di Cavriglia

A Bomba rappresentanti di istituzioni, mondo imprenditoriale, associazionismo, aziende, urbanisti, esperti e mondo accademico hanno parlato delle prospettive dei 1600 ettari di territorio a cavallo tra i comuni di Cavriglia e Figline. Ecco le idee.

A Bomba si parla del futuro dell'ex area mineraria

A Bomba si parla del futuro dell'ex area mineraria

Arezzo, 25 settembre 2017 - Quale futuro per l’ex area mineraria di Cavriglia? Una domanda a cui hanno cercato di dare una risposta, questa mattina, rappresentanti di istituzioni, mondo imprenditoriale, associazionismo e aziende, insieme a urbanisti, esperti e mondo accademico. Oltre 70 “stakeholder” del territorio che si sono radunati presso l’Incubatore d’Impresa di Cavriglia, in località Bomba, per confrontarsi sul futuro del territorio di Santa Barbara, nell’ambito della nuova procedura lanciata da Enel lo scorso giugno ispirata al modello “Futur-e, programma lanciato da Enel per riqualificare i siti di 23 centrali termoelettriche che hanno concluso la loro attività nel sistema energetico.

Tra questi siti c’è anche quello valdarnese. Il convegno, che ha visto anche il coinvolgimento del comune di Cavriglia, del Politecnico di Milano, delle categorie economiche e delle aziende del territorio, ha consentito di esplorare e testare possibili scenari progettuali per lo sviluppo per l’area, emersi grazie a colloqui preliminari avuti in questi mesi. Erano presenti, tra gli altri, gli assessori Regionali Vincenzo Ceccarelli e Stefano Ciuoffo e i sindaci dei comuni di Cavriglia Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai e San Giovanni Valdarno Maurizio Viligiardi. Dallo scorso mese di maggio si è svolta una prima fase istruttoria di analisi del territorio e di ricognizione degli attori da parte del Politecnico di Milano e sono stati individuati tre principali scenari di sviluppo per l’area, in maniera compatibile e integrata con i progetti già esistenti e sulla base di studi del contesto economico e dei piani urbanistici.

Il primo scenario è legato alla creazione di un “Parco cicloturistico” e prevede la creazione di un parco che integri più attività facendo dell’area un luogo di eccellenza e un punto di riferimento per vacanze, sport, tempo libero, benessere fisico, ma anche per la sperimentazione nel campo della mobilità sostenibile. Il secondo scenario è il “Parco agricolo e artistico”, con presenza di boschi, coltivazioni, attività di ricerca e spazi dedicati all’arte. Il terzo, “Ricerca nel campo della geologia e delle attività produttive innovative”, propone di dar vita ad un polo di eccellenza nei settori delle geotecnologie, geofisico e sismico, collaborando con il mondo universitario e con l’Incubatore del territorio. Alcune proposte sono comuni a tutti gli scenari di sviluppo: la creazione di un museo dell’energia diffuso, l’apertura ad eventi artistici, la valorizzazione di eccellenze locali, la realizzazione di aree turistiche e di osservazione e la valorizzazione dei laghi per attività di pesca e balneazione. Il workshop ha consentito di testare, valutare e arricchire gli scenari emersi direttamente con il territorio e i suoi rappresentanti, con un approccio trasversale e multidisciplinare.

Lo step successivo sarà rappresentato dalla presenza, dal 10 al 13 ottobre, di 70 giovani ricercatori, 50 del Politecnico di Milano e 20 dell’Università di Firenze, che trascorreranno alcuni giorni in Valdarno per studiare ed individuare possibili scenari di sviluppo, in maniera compatibile e integrata con i progetti già esistenti e sulla base di studi del contesto economico, dei piani urbanistici e delle aspettative delle comunità locali. I progetti saranno sviluppati dai ricercatori entro dicembre. A gennaio verrà poi lanciato un concorso di progetti, che riguarderà le unità dell’area e gli ambiti d’intervento definiti nella prima fase. Le proposte progettuali verranno valutate da Enel, istituzioni e mondo accademico per verificarne l’idoneità rispetto alle aspettative delle comunità locali, dello sviluppo sostenibile del territorio e l’integrazione con il progetto di riqualificazione già in essere.