Gelata mercatino: il tempo frena la folla. E il centro basso protesta: noi dimenticati

La pioggia rallenta l'evento grandi numeri. Rinviata la parata dei personaggi di Star Wars. Si mobilitano i commercianti dell'altro Corso

Il mercatino sotto la pioggia

Il mercatino sotto la pioggia

Arezzo, 11 dicembre 2017 - La pioggia fa sgambetto al mercatino tirolese e alla città di Natale. Frena i numeri in ascesa dell'appuntamento, rinvia a data da destinarsi la parata dei personaggi di Star Wars, un altro evento collaterale di quelli organizzati dall'Ascom e poi trasferiti al Prato per motivi di sicurezza. Ma la pioggia non riesce ad appannare i risultati di un appuntamento che ha trasformato la città nella rincorsa al Natale, facendone una delle mete privilegiate del ponte. I prossimi weekend non sono per ora allo stesso livello, almeno sulla base delle prenotazioni alberghiere: ma il richiamo del mercatino resta irresistibile.

IL PONTE DEL MERCATINO. E’ come se la stella cometa si fosse bloccata sopra piazza Grande. Ed è lì che confluisce tutta la folla: i «pastori» sbarcano dai pullman, dai camper mai così numerosi ad Arezzo, dagli angoli e dai vicoli, dribblando l’invasione degli steward. Un successo senza precedenti, la città che per la prima volta a cavallo del mercatino tirolese si propone come una delle mete al top del ponte.

Un esempio? L’otto dicembre a Bolzano, scrive il Corriere dell’Alto Adige, sono arrivati 157 pullman: qui si viaggia a 50 o 60 a weekend. Siamo lontani, è chiaro, ma sono anche proporzioni che cominciano ad essere vagamente comparabili. Ma l’identikit è anche quello di un centro spezzato.

Il muro è sopra i Portici e soprattutto sopra San Michele. Sotto il passeggio è tranquillo, a tratti rarefatto. Lo era clamorosamente venerdì, lo era in parte ieri, anche se poi a metà pomeriggio le presenze sono aumentate, Ma il rapporto resta uno o due a dieci. Ed esplode la protesta.

«Qui siamo stati dimenticati: se questi eventi servono per rafforzare il centro e al tempo stesso alimentare il commercio, noi qui chi siamo?». Domanda retorica e risposta scontata. «Non è possibile andare avanti con una sproporzione così». Pierluigi Franchi e Pamela Bruschi danno voce alla protesta di gran parte dei negozianti della zona: da San Giovanni Decollato a piazza Risorgimento, da San Jacopo al Corso basso.

«Già l’anno scorso avevamo lanciato il messaggio alle associazioni di categoria e al comune: un anno dopo ci ritroviamo nelle stesse condizioni». L’indice è puntato su due «crepe». Il lato basso del centro ha eventi meno attrattivi. «Impensabile paragonare il mercatino solito più o meno natalizio con quello tirolese che sta spopolando a piazza Grande: ci vogliono eventi dello stesso livello e che portino la gente dappertutto».

L’altro nodo è la logistica. «I pullman vengono fermati alle scale mobili, i gruppi portati in giro per la città alta, qui sotto non si affaccia nessuno». Le ricette poi variano da operatore a operatore, da vetrina a vetrina: ma l’analisi è uguale per tutti o quasi. «Chiederemo di incontrare il sindaco e l’assessore: anche noi a Natale ci giochiamo il tutto per tutto». Ma intanto il grande fiume, in barba ai principi della fisica, continua a scorrere verso l’alto.

Il colpo d’occhio del sabato è impressionante: in piazza Grande la coda per la casa di Babbo Natale, dal portone della Fraternita a tratti arriva fino alla baita. E implacabile riscattano le maglie strette della sicurezza. Stop senza eccezioni all’ingresso di via Seteria, gruppi e famiglie spinte verso via Vasari, Borgunto resta saggiamente sia in entrata che in uscita. E dentro è la ressa. Ogni banco dovrebbe avere almeno quattro commessi per smaltire le code, i tavoli si svuotano e si riempiono a ritmo continuo.

E intorno i locali viaggiano a tutta velocità: increduli, incassano una prima tranche di inverno da vacche non grasse ma grassissime. La gente ciondola da un bar a una gastronomia, tutti a caccia del varco giusto. Consumano in piedi, davanti al banco, spinti da ombrelli e gomiti di chi punta a guadagnare posizioni, Lì, nella piccola Bolzano del centrosud, sotto la stella cometa in ferie, anche se parzialmente coperta dalle nuvole nerte e dalla pioggia.