Mureddu, il giro di personaggi intorno all'arrestato: così il gruppo si divideva i ruoli

Valeriano organizzava il piano e prendeva contatti con gli imprenditori.Carboni e la moglie incassavano i soldi, provviste per affari commerciali

Valeriano Mureddu

Valeriano Mureddu

Arezzo, 26 febbraio 2017 - Sempre in cella Valeriano Mureddu dopo gli arresti scattati all’alba di mercoledì per la bancarotta di Geovision. Ma in questi giorni tanti retroscena sono emersi rispetto a una vicenda che presenta tanti lati oscuri, al di là della questione che riguarda l’azienda di Badia al Pino andata in fallimento, motivo quest’ultimo che ha costituito il fatto nuovo tale da piortare all’ordinanza di custodia cautelare.

Ciò che più colpisce è ad esempio la fotografia di una vera e propria associazione, cristallizzata nell’avviso di chiusura indagini, nata «allo scopo di commettere più deluitti di utlizzazione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti». Passaggi considerati truffaldini ai quali si aggiungono il ricilaggio, la ricettazione, la frode per ottenere finanziamenti dalle banche. Insomma, secondo la procura ad agire è una vera e propria «banda» imperniata su tre figure chiave: parte Mureddu, il faccendiere sardo Flavio Carboni, la moglie Maria Laura Scanu Concas.

A contorno altri personaggi minori, tra i quali l’aretino Gianluca Cetoloni (amministratore della Vertigo di Perugia da cui partì l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate in Umbria) ed Emiliano Casciere, amministratore delegato della Geovision, anche se di fatto il dominus, secondo i pm, era Mureddu.

Come in tutte le associazioni che si rispettino, sempre stando alle tesi della procura, ognuno aveva un compito preciso in questo ben oliato meccanismo. Mureddu era colui che aveva il ruolo «di programmare in concreto» le mosse da compiere. Sempre Mureddu insieme a Cetoloni doveva «predisporre quanto necessario ad assicurare alla Geovision la disponibilità della società emittente delle fatture flase».

E il solito Valeriano si era preso pure «il compito di reperire presso vari imprenditori documenti» assicurandosi «la loro disponibilità al fine di predisporre le false fatture attive della Geovision da consrgnare agli istituti di credito» per ottenere lo sconto anticipato. Quanto a Carboni e alla moglie Maria Laura, che riceverà bonifici per circa un milione di euro, si disinteressavano dell’organizzazione dei reati fiscali.

In compenso «assumevano l’incarico di ricevere somme di denaro liquide provenienti da tali frodi, in parte utilizzandole direttamente o smistandole a ulteriori terzi, in parte accumulandole come provviste per imprese commerciali». Tutto ciò richiama ad esempio al tentativo di acquisto della Cantarelli e dell’Arezzo calcio, operazioni sfumate per una serie di indiscrezioni uscite sulla stampa.

Valeriano Mureddu nega l’impostazione della pubblica accusa e risponde picche anche sulla frode carosello della Geovision, sostenendo che l’azienda aveva sempre pagato l’Iva. Peraltro, ha detto nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Ponticelli, «io di quell’azienda ero soltanto un consulente».