Morto sul quad, il dolore di Cortona: la fotografia, la Juve, il legame con gli amici

Da pochi giorni era tornato dalla Costa Azzurra. Il reportage da Castelluccio di Norcia, la mostra per le popolazioni terremotate. Nella foto con Stefano Tacconi

Alfredo Bianchi con Stefano Tacconi

Alfredo Bianchi con Stefano Tacconi

Arezzo, 19 novembre 2017 - Il dolore di Cortona,dove la notizia della morte di Alfredo Bianchi arriva al contagocce: prima una voce, poi qualcuno la smentisce, infine la terribile conferma.

Era appena tornato dalla Costa Azzurra: una vacanza breve ma a fianco degli amici che da una vita ne condividevano la compagnia e le passioni, in qualche caso addirittura dai tempi della scuola. La passione di vivere, il gusto dell’amicizia: erano un po’ le colonne d’Ercole di Alfredo Bianchi, 65 anni, le linee intorno alle quali aveva costruito una fetta della sua esistenza.

Più la Juventus, una passione infinita, che si moltiplicava tra il club, le cene, le trasferte dietro alla squadra. E le foto: era un grande fotografo. Il fotografo del cuore: una delle sue ultime imprese era stata a Castelluccio di Norcia, nel pianoro più bello del mondo, l’ideale per i western all’italiana. Una zona devastata dal terremoto: e per questo intorno alle foto aveva costruito un evento, a Sant’Agostino, il cui ricavato era ripartito per l’Umbria, come chiudendo il cerchio.

Chissà, forse anche il suo ultimo, lacerante viaggio era legato proprio alla passione della fotografia: una delle immagini la mostrava, anche sullo sfondo delle macerie di Castelluccio.

«Era un compagnone e una persona speciale» lo ricordano tutti, in quella Cortona che in tarda serata viene a scoprire con dolore la fine del suo farmacista. Il cuore ultimamente gli aveva dato qualche campanello d’allarme e c’è chi pensa anche all’ipotesi del malore. Ma ormai conta poco.

Conta la sua storia. Quella farmacia che aveva ereditato dal padre Edo: un altro personaggio, grande organizzatore di eventi, un po’ come sarebbe poi stato il figlio. Nella farmacia alla fine era rimasto da dipendente e da qualche tempo cominciava ad intravedere l’ora della pensione: felice di potersi dedicare poi anima e corpo ai suoi mille interessi, alle sue tante passioni. Ma la vita non gliene ha dato il tempo, portandoselo via troppo presto.