Il furgone dei panini di Simone Banelli
Arezzo, 7 gennaio 2015 - «Li abbiamo sempre portati con noi sul furgone. Qual è il posto più sicuro per dei bambini se non vicino ai propri genitori?». Simone Banelli racconta con il dolore che gli spezza la voce la notte della tragedia ch egli ha cambiato la vita. Il suo bambino è morto, proprio vicino a lui e alla mamma, mentre stavano lavorando nel furgone dei panini. Simone è nel cortile di casa sua, sulla strada da Palazzo del Pero alla Foce. «Mia moglie è distrutta, è in casa con mia madre ma non riesce a parlare, non sa come la nostra vita potrà andare avanti ». Eppure dovrà farlo per l’altro figlio, Omar, di 11 anni. «Abbiamo detto tutto anche a lui». «Stavamo lavorando sul nostro furgone, preparavamo i panini. E’ il nostro lavoro, è la nostra seconda casa, per questo portavamo i nostri figli con noi. Adam dormiva e per non fargli prender freddo avevamo acceso una stufetta. E' caduto qualcosa sopra la stufa e ha preso fuoco, il fumo ha riempito i suoi polmoni. E’ stato un attimo, la chiamata, i soccorsi». «In tantissimi si sono stretti al nostro dolore». Ci chiede scusa perchè non riesce a parlare troppo Simone , perchè la moglie non ha la forza di raccontare. Lui chiede scusa. E alla tragedia ora si unisce la preoccupazione del futuro. Il loro furgone, il loro unico lavoro, è stato sequestrato dalla polizia per le indagini del caso . Su Facebook è già nato un gruppo «Figlio di Simone» per raccogliere fondi . L a C roce Bianca di Rigutino e Arezzo si occuperanno dell e spese dei funerali con rito musulmano. In quel furgone Simone, lo confessa sconsolato, ha lasciato tutto, borsello, d ocumenti, soldi, ma soprattutto la sua intera vita, il suo piccolo Adam. Gaia Papi