Morte di Sara, trovata seminuda nella villa: arrestato trentenne, caccia all'altro pusher

Prima cattura per la tragedia di Cesa: il marocchino è accusato di spaccio e morte in conseguenza di altro reato. Tra le ipotesi l'omissione di soccorso.

Sa-Ra, la ragazza morta

Sa-Ra, la ragazza morta

Arezzo, 22 dicembre 2017 - C'era lui quel giorno insieme a Sara. Era  scomparso nel nulla insieme all’amico dopo la morte della ragazza, ventenne di origine marocchina scoperta morta seminuda in una villetta di Cesa, vittima di un cocktail micidiale di droghe e antidepressivi. I due, entrambi marocchini, su cui da subito si erano concentrate le indagini, avevano preso in affitto con la ragazza l’appartamento. Adesso uno è in carcere, conosciuto alle forze dell’ordine per precedenti legati alla droga.

Lo hanno preso i carabinieri a Pisa, si chiama Moez Jeibili. E’ accusato di morte in conseguenza di altro reato e di spaccio. A indagare dal giorno della morte di Sara è la pm Angela Masiello. E nei confronti di Jeibili, il Gip Ponticelli aveva emesso l’ordinanza cautelare già il 6 novembre. Lui, Moez Jeibili, da tutti conosciuto come "Bimba", lo hanno trovato a Pisa.

Lui e il compare, erano stati inseriti nella banca dati nazionale, il secondo solo con il soprannome Iaia essendo impossibile andare oltre. E’ così che i carabinieri pisani lo hanno rintracciato. Adesso verrà sottoposto ad interrogatorio per ascoltare la sua versione dei fatti e per capire se i due erano presenti al momento della morte di Sara per poi scappare. Se così fosse, oltre all’accusa per morte in conseguenza di altro reato e spaccio, si potrebbe profilare anche quella di omissione di soccorso.

A fare la scoperta del cadavere era stata la proprietaria della villa, che aveva dato in affitto l’appartamento a due trentenni magrebini, arrivati in compagnia di una ragazza. Il giorno in cui avrebbero dovuto lasciare l’appartamento, intorno a mezzogiorno, vedendo tutto chiuso, la padrona era andata a verificare e aprendo la porta aveva trovato la ragazza riversa a terra. Sul corpo non c’erano segni di violenza, nella casa solo gli abiti della giovane ma nessun disordine.

Gli investigatori dell’Arma ritrovarono però tracce di marijuana e alcune scatole di antidepressivi nel comodino. Stando a quanto raccolto dai carabinieri la ventenne era in cura al Sert perchè tossicodipendente e più volte aveva lasciato i centri di cura. Lo stesso giorno in cui insieme al magrebini era entrata nell’appartamento era sparita da un centro di recupero di Città di Castello. E di Città di Castello era l’amica, tossicodipendente, alla quale inviò il suo ultimo messaggino.

Nata e cresciuta a Sansepolcro, divideva la casa con fratello e sorella dopo la morte di entrambi i genitori. I due magrebini sono invece due trentenni pregiudicati, noti alle forze dell’ordine come spacciatori, operanti soprattutto a Campo di Marte. In particolare il tunisino era stato arrestato per droga sia a Cortona che ad Arezzo, nell’operazione Primavera Araba. Ancora uccel di bosco il compare per il quale non c’è ordinanza, essendo il fuggitivo non identificabile al di là dello pseudonimo.