"Martina in fuga dal tentativo di stupro", le prove dei Pm: graffi, slip, caduta, racconti

Non risultano invece elementi stringenti dall'autopsia. I ragazzi non cambiano linea: sembrano esclusi anche ipotesi di rito abbreviato

Martina Rossi

Martina Rossi

Arezzo, 25 novembre 2016 - Morì per sfuggire ad uno stupro. E' l'ipotesi che emerge dall'inchiesta suilla morte di Martina che i Pm hanno concluso in questi giorni. Ma quali sono gli elementi che potrebbero presto portare a processo  Alessandro Albertoni, 24 anni, studente universitario di Castiglion Fibocchi, e il compaesano Luca Vanneschi, di 25 anni?

Martina avrebbe cercato di scavalcare il terrazzo per rifugiarsi nella stanza a fianco, sempre al sesto piano, ma nel farlo avrebbe perso la presa e sarebbe caduta giù. Un volo di circa 20 metri, addosso soloo una maglietta e gli slip. Perché un abbigliamernto così ridotto? Quando furono interrogati, i due giovani raccontarono che lei si era tolta i pantaloncini perchè sentiva caldo.

Ma i Pm la considerano un’incongruenza: se uno ha caldo, che differenza c’è fra lo stare in shorts e il toglierseli per rimanere con gli slip? Da qui il primo capo di imputazione: a toglierle i pantaloncini furono i castiglionesi. E se glieli tolsero volevano costringerla  a subire «atti sessuali». Loro dicono che fu lei a svegliarsi all’improvviso, a mormorare frasi sconnesse, seguite da un tentativo di aggressione nei confronti di Alessandro. Ma Martina, ragionano in procura, non aveva mai dato segni di squilibrio. Più logico pensare a un disperato tentativo di reazione.

A quello si potrebbero attribuire i graffi sul collo del ragazzo: la difesa dinanzi a un assalto a sfondo sessuale. Per evitare il quale sarebbe svicolata fino al terrazzo. E lì avrebbe provato a scavalcare per raggiungere l’altro balcone, ma scivolando sui teli da mare bagnati.

Poi la caduta: a candela, se fosse stato un suicidio, avrebbero dovuto esserci uno slancio e una parabola arcuata. Non ci sono invece prove stringenti dall’autopsia. Ora la parola andrà al Gip. Di certo, i ragazzi sembrano orientati ad andare a dibattimento, senza riti abbreviati. 

La contestazione è la stessa per entrambi: morte come conseguenza di altro reato, che altro poi non è se non il secondo capo di imputazione, tentata violenza sessuale di gruppo. Ecco la ricostruzione del procuratore Rossi: «In concorso tra loro, aggredendo Martina e togliendole contro la sua volontà i vestiti (in particolare i pantaloncini corti) e ciò al fine di subire atti sessuali, inducendola così, nel tentativo di sottrarsi, a fuggire attraverso il terrazzo della camera, cagionavano come conseguenza non voluta la morte della stessa, la quale nel tentativo di scavalcare il terrazzo per uscire dalla camera, perdeva l’equilibrio cadendo al suolo».