"Liberatemi, ho bisogno di lavorare": istanza del condannato a 26 anni per omicidio

"Non ho di che vivere: aiutatemi". Quella notte del delitto di fronte ad una discoteca di via Galvani

I fratelli Izvoranu

I fratelli Izvoranu

Arezzo, 18 gennaio 2017 - Due anni di processo, la condanna a 26 anni e i domiciliari con il braccialetto elettronico, in attesa dell’Appello. Adesso Vasile Izvoranu (nella foto con la sorella), ritenuto colpevole dalla Corte d’Assise di Arezzo della morte di Moka Piro, chiede di poter lavorare per potersi mantenere.

La richiesta l’avevano già inoltrata all’Assise, che rigettò l’istanza. Adesso il to ricorso al tribunale del Riesame di Firenze, ne discuterà il 27. «L’esigenza cautelare - spiega il legale - non è il per pericolo di fuga, ma per la reiterazione di reati violenti. Reato, che secondo il riesame, sarebbe stato connesso al contesto rissoso in cui viveva ad Arezzo. Ora  vive a Senigallia, lontano da tutte le frequentazioni che aveva in precedenza».

La sorella, che lavora come operaia in una ditta vicina  casa, avrebbe fatto avere un contratto anche al fratello. «Sono due anni che non lavora e ha bisogno di sostentarsi in qualche modo» ci spiega l’avvocato. Due anni dal delitto avvenuto tra il 7 e l’8 settembre 2014, di fronte ad una discoteca di via Galvani.