La domenica nera di Maria Elena: Boschi sconfitta a Laterina, il suo paese

I sì perdono di misura, 1014 a 991, ma quei 23 voti fanno scalpore: per mesi le avevano fatto quadrato intorno per proteggerla, poi la batosta.

Boschi al seggio elettorale di Laterina

Boschi al seggio elettorale di Laterina

Arezzo, 5 dicembre 2016 - Le sono mancati 23 voti: anzi, meno perché grazie al gioco dei sì e dei no le sarebbe bastato che dodici dei suoi compaesani avessero votato al contrario per non incassare la sconfitta più dolorosa. Quella nel suo paese, Laterina

Certo, poco è più doloroso che vedersi respingere con 19 milioni di voti la riforma che porta il tuo nome:  Maria Elena Boschi, per mesi considerata l'astro nascente della politica italiana. Ci sono stati perfino analisti che avevano ipotizzato una staffetta alla guida del governo tra lei e Renzi, la sua navicella pilota nel porto della politica italiana.

Poi sono iniziati gli scricchiolii: culminati con la vicenda di Banca Etruria, che le è costata carissima anche se in sostanza ha semplicemente pagato le eventuali colpe del babbo.

Da allora ha visto manifestazioni snodarsi sotto le sue finestre, forze dell'ordine mobilitate per difenderla, la sua classica passeggiata della domenica mattina, la Messa e un salto al bar, sempre più stretta tra la cronaca e le domande dei giornalisti o dei curiosi.

Le era rimasta una soddisfazione, niente affatto da poco: quella di essere profeta in patria. Proprio i suoi compaesani l'avevano difesa contro tutto e contro tutti. Avete mai sentito critiche, accuse, affondi che venissero non dalla politica nazionale ma dal suo paese? Difficile, difficilissimo, quasi impossibile.

"E' una di noi" era la risposta classica che raccoglievi al bar, all'alimentari, al chiosco dietro l'angolo. Come se fosse rimasta la Madonna del presepe, un ruolo che da ragazza aveva ricoperto più di una volta, o la volontaria della parrocchia, che ancora ne conserva le immagini negli archivi.

Sorriso sgranato, tacchi alti, aveva scelto la scuola di Laterina per lanciare il weekend della buona scuola: sorriso sgranato e tacchi alti, anche ieri ha guadagnato il seggio, nella solita scuola, lì, a poche centinaia di metri da casa sua, in compagnia della famiglia che ha continuato a farle quadrato intorno, nipotina in collo.

Forse già rassegnata a perdere la sua riforma, figuriamoci se non conoscesse a memoria i sondaggi, ma senza neanche immaginare di perdere il suo paese. Non l'ha perso, resta il suo: ma da ieri ha scoperto che in 1014 le hanno detto di no e gliel'hanno detto dalla porta accanto, dalle persiane socchiuse, dai vicoli ad altezza d'uomo. 

E' vero, in 991 le hanno rinnovato il loro sì e di sicuro se li terrà ben cari: ma ce ne sono 23 in meno del necessario. Ventitre in meno non per far passare la sua riforma, sarebbe stata bocciata lo stesso, ma per non avvertire la sgradevole sensazione che qualcosa si sia rotto, perfino nel suo piccolo mondo, dietro la porta di casa, ai bordi di quel "presepe" del quale si sente da ieri un po' meno protagonista.