La città torna set: ciak il 6 ottobre per il Michelangelo di Konchalovsky

Arezzo è una delle location per il film di uno dei maestri del cinema: riprese tra piazza Grande e via Pescaia. Tra i protagonisti Orsini e De Francovich

KONCHALOVSKY

KONCHALOVSKY

Arezzo, 23 settembre 2017 - Tir pieni di terra da far impallidire la lizza della Giostra. E intorno la trasformazione di una fetta del centro storico. Che torna set. Grazie al lavoro della Film Commission del Comune, alla spinta dell’assessore Comanducci: e all’occhio clinico di uno dei maestri del cinema. Lui, Andrei Konchalovsky, 80 anni appena compiuti, uno stile di regia di altissimo livello. Da mesi lavora ad un progetto ambizioso: la vita di Michelangelo. O meglio ancora il suo tormento, quello che accompagnava la realizzazione di tante delle sue opere. Non a caso il titolo almeno provvisorio è «Il peccato. Una visione».

Ed è un viaggio partito tra le cave di Carrara, sullo sfondo di un marmo abbagliante, e ora atterra tra i colori forti di Arezzo. L’appuntamento con le riprese è per il 6 ottobre, un venerdì. Ma sarà un ciak preparato meticolosamente, un po’ come tutto il film, frutto di mesi e mesi di aggiustamenti. Dalla fine di settembre la macchina del film atterrerà in città. Occupando buona parte del parcheggio Tarlati, quello oltre via Pietri e le scale mobili, e in parallelo sia una fetta di via Ricasioli fino a piazzetta Madonna del Conforto che piazza della Badia. Al centro il luogo scelto per le riprese.

Piazza Grande ma non solo: una strada della quale il regista si è innamorato è via Pescaia. E così preparerà nei dettagli il colpo d’occhio di un set che alla pavimentazione stravolta dalla terra battuta unirà anche una sorta di cortina laterale, che probabilmente servirà in fase di montaggio per uniformare il racconto da un angolo all’altro dei ciak previsti dal regista. Che in provincia dovrebbe girare anche a Monte San Savino, per poi spaziare tra Firenze, Montepulciano, Carrara, Bagno a Ripoli, Pienza, Tarquinia, Caprarola, la stessa Roma.

Tutto raffigurato da una fotografia che è la grande cifra dei film di Konchalovsky. Due volte premiato con il Leone d’Argento a Venezia, il riconoscimento dato ai migliori registi, con «Paradise» e «Le notti bianche del postino». Una volta nel 2014 e la seconda nel 2016: una cadenza che potrebbe tranquillamente essere completata nel 2018, sono molto alte le probabilità che il film possa essere presentato proprio a Venezia, quest’anno orfana proprio del cinema russo, se i tempi di lavorazione e di montaggio lo permetteranno. Intantola città si prepara all’incrocio con questo autore e con la macchina del suo set.

Nelle scene si muoveranno circa duecento comparse, anche se il grosso sembra sia stato già selezionato durante il mese di agosto. Ma ci saranno anche alcuni nomi forti del cinema e del teatro italiano, essendo il film interamente girato nella nostra lingua. A interpretare Buonarroti sarà Alberto Testone: con lui Umberto Orsini (tra l’altro una presenza fissa nelle stagioni teatrali al Petrarca) che interpreterà il Marchese Malaspina e Massimo De Francovich che darà volto e rughe a Papa Giulio II.

Il film dovrebbe specificare, sia pur con la leggerezza della poesia, il passaggio aretino nella pellicola, un’altra piccola occasione di prestare le nostre bellezze al grande pubblico delle sale. E di farlo con una produzione internazionale: il film è infatti prodotto dalla Fondazione Andrei Konchalovsky e dalla Jean Vigo Italia con Rai Cinema, ed è una coproduzione italo-russa. Che forse non creerà code al botteghino: ma avrà di certo anche una sua ampia tribuna televisiva. Specie se per la terza volta il leone dovesse ruggire per lui.