L'oro riprende fiato: l'export segna un +5,8%, la crisi frena. Ma crolla la pelletteria

Terzo trimestre ok per i gioielli, il mercato Usa compensa il calo di Dubai: giù Vicenza e Valenza. Il distretto di Prada perde ma anche per lo spostamento della logistica

Orafo in azione

Orafo in azione

Arezzo, 20 febbraio 2017 -  Nel corso dei primi nove mesi del 2016, le esportazioni dei 17 distretti tradizionali toscani hanno subito un calo rispetto all’anno precedente del -2,6%, risultato condizionato dai risultati particolarmente negativi nel comparto della pelletteria e calzature di Arezzo; al netto di questo distretto la variazione tendenziale sarebbe stata sostanzialmente nulla (-0,2%), in linea con il risultato nazionale (-0,3%). Nell’analisi del Monitor dei Distretti della Toscana realizzato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca CR Firenze emerge come il dato complessivo risenta del risultato del distretto della Pelletteria e calzature di Arezzo (-43,6% nei primi 9 mesi nel 2016) con una perdita in valore assoluto di circa 250 milioni. Le motivazioni di questi effetti possono essere molteplici e legati sia al rallentamento del distretto dopo anni di corsa (tra il 2008 e il 2015 l’export ha triplicato il suo valore passando da 238 milioni nel 2008 a oltre 720 nel 2015), sia a una parziale revisione dell’organizzazione delle piattaforme logistiche di alcuni attori del distretto.

I primi nove mesi del 2016 vedono inoltre circa la metà dei distretti con variazioni positive e la restante componente con risultati in calo rispetto all’anno precedente. Nonostante questa bipartizione, all’interno dei distretti monitorati a livello nazionale dal Gruppo Intesa Sanpaolo, tra i primi 20 distretti per variazione assoluta delle esportazioni del periodo gennaio-settembre 2016 rispetto all’anno precedente sono presenti quattro realtà toscane: la Pelletteria e calzature di Firenze si colloca al secondo posto con una crescita di +136 milioni euro (+5,7%), il Tessile e abbigliamento di Prato come terzo distretto con un incremento di circa 78 milioni di euro (+6,5%), l’abbigliamento di Empoli, che cresce come valore esportato di circa 25 milioni (+2,7%), e infine l’olio toscano, che esporta 56 milioni in più (+15,6%). L’olio, in particolare, consolida la posizione della Toscana come prima regione per esportazioni di questo prodotto: più di un terzo delle esportazioni nazionali effettuate nei primi nove mesi del 2016 provengono dalla Toscana. Il distretto che spicca sia in termini di valore assoluto di esportazioni che di risultati è quello della Pelletteria e calzature di Firenze, che rappresenta un quarto dei volumi esportati dalla regione. Da segnalare anche l’inversione di tendenza registrata nel distretto orafo di Arezzo (+5,8%), che grazie a una variazione rispetto al terzo trimestre 2015 di 23 milioni, si posiziona nei primi 10 distretti italiani in termini di variazione assoluta nel terzo trimestre e limita le perdite del 2016 al 2,5%.  

Presentano ancora segnali di calo il distretto delle calzature di Lucca (-14,3% nei primi nove mesi del 2016) e il tessile e abbigliamento di Arezzo (-15,4%). Nel comparto dei materiali da costruzione il distretto delle ceramiche di Sesto riesce a confermare i livelli dei primi nove mesi dell’anno precedente (-0,2%), mentre il Marmo di Carrara presenta un tasso negativo del -5,2%, da imputare sia al segmento del marmo lavorato (-2,0%) che, dopo un tasso di crescita positivo nel primo trimestre, ha presentato risultati in peggioramento e riveste un’incidenza sulle esportazioni del 70%, che del materiale grezzo (-13,2%). Il distretto del Mobile di Quarrata registra nel 2016 una perdita di esportazioni nei primi nove mesi di oltre 4 milioni con una riduzione del 6,2% per effetto degli ultimi due trimestri, che hanno più che compensato la crescita del periodo gennaio-marzo. Il ritardo maggiore è da imputare all’andamento nel mercato europeo centro orientale e in particolare alla Polonia (-34,3%) e alla Federazione Russa (- 38,5%), mentre le riduzioni risultano più contenute per i primi due mercati di riferimento, rispettivamente Francia (-1,8%) e Regno Unito (-2,4%). Torna positivo il risultato cumulato di esportazioni del Polo farmaceutico toscano (+5,5%), grazie all’incremento di circa 35 milioni di euro rispetto al periodo gennaio-settembre del 2015. Alcuni paesi europei mostrano il maggior dinamismo, in particolare la Francia (+42,9%), secondo paese per importanza con una crescita di 42 milioni di euro rispetto all’anno precedente, e la Spagna, che arriva quasi a raddoppiare il livello di importazioni (+96,9%). In generale, comunque, si confermano come principale mercato di sbocco dei distretti toscani gli Stati Uniti, che complessivamente nei primi nove mesi del 2016 hanno incrementato il valore delle esportazioni del 13,1%. Legate all’andamento della pelletteria fiorentina, presentano una variazione positiva le esportazioni verso la Svizzera (+12,4%). I cali più significativi si sono registrati verso i paesi emergenti, in particolare Emirati Arabi (-17,5%), Cina (-7,5%) e Hong Kong (-4,5%). “Nei primi nove mesi del 2016 la Toscana presenta una spaccatura nell’andamento delle esportazioni dei diversi distretti – spiega Luca Severini, Direttore Generale di Banca CR Firenze e Direttore Regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo – delineando una ripartizione che vede circa la metà dei distretti con variazioni positive e la restante componente con risultati in calo rispetto all’anno precedente. Abbiamo campioni nell’export, presenti in settori come moda e olio, che registrano risultati migliori della media italiana e si posizionano tra i primi distretti nella graduatoria nazionale delle esportazioni, ma ancora l’export toscano risente di forti variazioni, come quella del distretto della pelletteria e calzature di Arezzo, che influenza negativamente il dato complessivo, altrimenti stabile ed in linea con il dato nazionale”.