L'autostrada allo stremo: due giorni di code e caos ma ancora 4 anni per la terza corsia

Il tratto verso Firenze, perennemente in difficoltà, collassa nei giorni di forte traffico. Ampliamento entro il 2021 ma prima di allora cantieri e lavori

Code in autostrade (Ansa)

Code in autostrade (Ansa)

Arezzo, 19 aprile 2017 - Firenze? E’ un po’ come Roma per i «cafoni» lucani di Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli: più lontana del cielo e più maligna, perché sta sempre dall’altra parte. Ecco, chi in questo controesodo pasquale abbia provato a imboccare l’Autosole in direzione nord deve aver provato la stessa sensazione. Perché i sessanta chilometri fino al capoluogo di regione erano letteralmente impercorribili.

A Pasquetta e ancor più ieri, quando c’era di mezzo anche lo sciopero dei casellanti. Oddio, all’uscita di Battifolle la protesta degli addetti al pedaggio più danni di tanto non ne ha fatti. Da anni, ormai, i varchi sono quasi tutti automatizzati. Che, ammettiamolo, sarà pure una rottura di scatole nei giorni normali, almeno per chi non ha telepass o carta di credito sottomano, ma si rivela una benedizione quando c’è di mezzo uno sciopero.

Infatti, dall’Autosole segnalano solo qualche coda in più del solito, con qualche disagio semmai a Valdichiana e Valdarno. Il problema vero, per gli aretini, non è all’entrata, o all’uscita, ma nel percorso vero e proprio verso Firenze. L’autostrada regge già in qualche modo nei feriali e va decisamente in tilt coi picchi di traffico di esodi e controesodi. Ci vorrebbe la terza corsia, appunto, ma di quella per ora ci sono solo le promesse e i progetti. Con l’impegno che il tormento dovrebbe finire, o quantomeno allentarsi, da qui al 2021.

Come a dire altri quattro anni di caos. Lo stesso caos di questa due giorni all’insegna del pericolo (di non arrivare) è il mio mestiere. Con rallentamenti che cominciavano tra Chiusi e Valdichiana per trasformarsi in vere e proprie file man mano che ci si avvicinava a Firenze. Del resto, è la logica dei numeri cheLa Nazione va ripetendo da anni: in un giorno di esodo o di rientro, siamo a 50 mila veicoli fra Bettole e Arezzo, 60 mila fra Battifolle e il Valdarno, 80 mila da lì fino a Firenze. Significa una media di 3.500 auto (e Tir, quelli almeno autorizzati a circolare) ogni ora, al limite, e anche oltre, della capacità di assorbimento dell’Autosole nel suo percorso attuale, ossia le quattro corsie.

Oltretutto, è un autentico collo di bottiglia incuneato nel cuore dell’Italia centrale: venendo da sud, ci sono tre corsie fino a Orte e se ne ritrovano tre da Firenze sud verso Bologna e Milano. In mezzo un tracciato che è ancora quello originario, pensato per il traffico degli anni ’60, non della motorizzazione capillare del 2017, sia pure rallentata dalla crisi post-2008.

Bene, le cose finalmente si muovono. Perché se da Firenze sud a Incisa si sta già mettendo mano alla terza corsia, da qualche mese c’è anche il progetto per l’ampliamento da Incisa a Valdarno: un chilometro nel comune di Incisa, dieci in quello di Figline, dieci in quello di San Giovanni e spiccioli fino a Montevarchi a Terranuova. E’ vero che mancano ancora progettazione esecutiva e appalto, ma si conta lo stesso di concludere i lavori entro il 2021, in contemporanea con il tratto Firenze-Incisa, che ha l’ostacolo del San Donato da scavallare.

Il resto invece è tutto pianura. Resteranno, è vero, le due corsie da Valdarno a Orte, ma sarà comunque un by-pass sull’arteria più intasata: darà sollievo al cuore (la circolazione) nel suo complesso. Insomma, non si dovrà entrare più a Battifolle col batticuore della coda. Il guaio è che quattro anni sono ancora lunghi da passare.

di Salvatore Mannino