"E' salva, uscirà presto": bimba caduta all'asilo, parla la famiglia. "Ma ora la denuncia"

L'operazione è perfettamente riuscita, la piccola già trasferita dalla rianimazione al reparto del Meyer. Le lacrime, la gioias: ma anche la richiesta della verità

Un asilo (foto repertorio)

Un asilo (foto repertorio)

Arezzo, 1° aprile 2017 - «Evviva». L'urlo, la gioia che esplode dopo tante ore di paura arriva dal Meyer. La gioia è di Cristiano, lo zio della bimba caduta nella palestra dell'asilo di Ponticino. «E’ fuori pericolo». Ieri, alle 11, l’equipe ha iniziato l’operazione alla testa della piccola. Due ore sotto i ferri per ridurre la frattura. Tutto bene e dopo l’intervento la piccola ha potuto lasciare la rianimazione per essere trasferita nel reparto di neurochirurgia.

Ancora lo zio: «L’operazione è andata bene. La bambina non ha riportato lesioni cerebrali. I medici ci hanno assicurato che non avrà conseguenze» dice tutto d’un fiato. E’ un fiume in piena. Lui, insieme alla famiglia, ha ripreso a respirare quando ha visto uscire i medici dalla sala operatoria sorridenti. «Mio fratello è scoppiato in lacrime. Di gioia, perfortuna».

«Adesso si ricomincia a vivere. Ma appena la piccola uscirà da Meyer, tra una settimana, inizierà la mia battaglia. Sono convinto ci siano delle colpe. I carabinieri stessi mi hanno confermato che quella panca lì non ci doveva stare. Abbiamo già preso un avvocato, a breve gli porterò una relazione sull’accaduto, poi partirà una querela». Intanto nella palestra quella panchina è stata sequestrata.

LA VIGILIA. Già giovedì la piccola dava segni  ripresa. «Piange, ha fame». C'avevano raccontato.  

Insieme alla gioia adesso rimane il rammarico. «A monte dell’incidente c’è una negligenza di qualcuno», tuona lo zio dopo essere stato nella palestra con i carabinieri del paese, che non erano stati avvertiti dell’incidente avvenuto la mattina.

Sono le 11.30 quando la piccola cade e sbatte la testa contro una panca. Le insegnanti chiamano subito il 118 per un taglio all’orecchio. Al pronto soccorso è il nonno a notare che qualcosa che non va. Le chiede di stringergli il dito, ma lei non ci riesce. Il nonno chiede una tac. Sono le 12.30. L’esito è chiaro: frattura cranica. Alle 14.30 inizia la corsa verso il Meyer. Al suo arrivo provano a risvegliarla, ma non reagisce.

«Subito dopo la partenza del Pegaso decido di andare a vedere con i miei occhi la palestra insieme ai carabinieri». Sono le 16 quando gli uomini dell’arma insieme a Cristiano entrano nella stanza. «La prima cosa che mi hanno detto è che quella panca lì, a bordo della palestra, non ci sarebbe dovuta essere per ragioni di sicurezza. Non era a norma perché di una fattura vecchia in ferro e pancale - insiste - Credo che ci sia la responsabilità di qualcuno». In ospedale anche il sindaco di Laterina Catia Donnini

I FATTI. Sono stati attimi di paura nella scuola di Ponticinoi, che è in comune di Laterina e fa parte dell’istituto Mochi di Levane. Il 118 è stato avvisato subito anche se inizialmente le condizioni non sembravano critiche. La bimba è stata trasferita al pronto soccorso del San Donato dove è stata sottoposta a vari accertamenti, mentre le sue condizioni andavano peggiorando.

Dalla Tac sono risultate una frattura cranica e l'emorragia celebrale, è stato chiesto l’elisoccorso Pegaso che l’ha trasferita al Meyer di Firenze.

LE CAUSE. La piccola era in palestra insieme ai compagni per un corso di ginnastica promosso dal comune, è caduta correndo e ha battuto la testa su una panca di legno. L’impatto è stato violento,la bimba presentava un taglio vistoso sotto l’orecchio. Poi lo scenario peggiore.

Al Meyer i medici del centro specializzato sulle emergenze pediatriche hanno subito attuato tutte le misure per arginare l’emorragia interna. I medici si sono riservati la prognosi e la bambina è stata ricoverata nel reparto di rianimazione. I genitori non lasciano mai il reparto, il paese li affianca a distanza.

«Sono sconvolta, sono vicina alla famiglia, so cosa provano». Catia Donnini è sindaco di Laterina e racconta una dolorosa vicenda personale, per fortuna a lieto fine: «Ho vissuto una situazione analoga quando il mio bambino frequentava un altro asilo. Anche lui cadde e si fece male alla testa, per noi fu un momento drammatico: so quanto sia snervante l’attesa quando hai un figlio piccolo ricoverato nel reparto di rianimazione».

Anche l'insegante di educazione fisica, racconta, è sotto choc. Nella palestra sono andati i carabinieri per ascoltare lui e le maestre. Controllati anche gli interni e le panche