Il funerale del grano italiano, ecco il sit in al casello Valdichiana

Prezzo in picchiata, gli agricoltori nostrani soccombono con la concorrenza straniera. A Bettolle va in scena la manifestazione organizzata da Cia e Confagricoltura

Il funerale del grano italiano

Il funerale del grano italiano

AREZZO, 25 ottobre 2016 - Per ogni ettaro coltivato la rimessa si aggira intorno ai 400-500 euro, con il prezzo in discesa libera il raccolto è sempre più amaro e le spese sono insostenibili. Per questo gli agricoltori si sono dati appuntamento stamani al casello A1 della Valdichiana, al confine fra le province di Arezzo e Siena. Questo il crocevia scelto per dare voce alla protesta e incalzare il Governo ad adottare misure che tutelino la produzione italiana di cereali. Sul palco si sono alternati gli esponenti delle associazioni agricole, per la Cia il direttore aretino Giorgio Del Pace, per Confagricoltura il vice direttore Luca Ginestrini, insieme al presidente nazionale Mario Guidi, ma soprattutto tanti agricoltori venuti da tutta Italia, anche dal profondo sud.

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Circa 100 trattori hanno affollato lo spazio di fronte al casello dell'Autosole di Bettolle, altrettanti addetti ai lavori hanno raggiunto la zona in auto. Sul fronte delle presenze siamo a qualche centinaio, ma visibilmente inferiori rispetto alla protesta di un anno fa contro l'imu agricola, l'imposta poi rimossa dal governo. Sul palco presenti al gran completo tutti i sindaci della Valdichiana e i consiglieri regionali di tutte le compagini politiche.

«Novembre è il mese delle semine - afferma Del Pace della Cia di Arezzo - ma i nostri agricoltori potrebbero inscenare lo sciopero delle semine perché non ci sono le condizioni economiche per mettere a frutto questo tipo di coltura». Dal palco Ginestrini di Confagricoltura fa sfilare il «corteo funebre»: una bara ricolma di grano contornata dal tricolore, la sostegono alcuni incappucciati e dietro un fiume di agricoltori e di bandiere. Il motto è «il grano è morto, speriamo che risorga»

Massimo Pucci