Il centro oncologico del Calcit diventa Hospice, la "casa" per le cure palliative

Sei posti letto con spazi per i familiari e gli animali di affezione, una equipe multidisciplinare e un investimento da 450mila euro per l'ammodernamento della palazzina da 7 miliardi di lire che il Calcit regalò alla città

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Arezzo 15 dicembre 2017 - INAUGURATO l'Hospice  stamattina nella palazzina Calcit, all'ex centro oncologico, all'ospedale San Donato di Arezzo. Si tratta di una struttura che ospita sei grandi camere  per la degenza ordinaria e  un posto letto di Day Hospice per chi si sottopone a cure oncologiche,  spazi di lavoro per gli operatori, una cucina/tisaneria/soggiorno a disposizione sia dei pazienti che dei loro familiari, una stanza adibita a luogo di preghiera, una sala riunioni multifunzione, un ambulatorio per le terapie antalgiche e l’area direzionale. In ogni camera c'è un divano letto o una poltro a letto per ospitare un  familiare e se necessario è anche possibile portare gli animali da affezione. Una struttura per  pazienti che hanno bisogno di cure palliative, sia oncologici che no, e che non possono essere trasferiti a casa. L'hospice, il cui primario è il dottor Pierdomenico Maurizi, entrerà in attività a metà gennaio, una volta terninato il corso di aggiornamento e formazione per il personale sanitario. Locali arredati dalla Cit e dalla Malvestio di  Padova e da Neos Studio di Pistoia di Chiara Bartolini con i quadri degli allievi del Liceo Artistico di Arezzo e le foto dell'Unione Italiana Fotoamatori di Arezzo e le composizioni del Garden Club.

"Quello che inauguriamo oggi - ha dichiarato l’assessore regionale Stefania Saccardi - è un bellissimo esempio di collaborazione tra istituzioni pubbliche e privato sociale. Un grande grazie al Calcit, che si muove sempre in sinergia con le istituzioni. La collaborazione tra Calcit e Asl dura ormai da molti anni, ed è questo il modo giusto di agire, con l'obiettivo comune della salute dei cittadini. La sanità non può curare tutto ma può e deve prendersi cura di tutti". “Migliorare la qualità della vita dei malati sottoposti a cure palliative, facendoci carico del loro dolore fisico e psicologico, affiancando le famiglie in un momento difficile. Questo è l’obiettivo del nostro hospice – ha dichiarato Enrico Desideri, direttore generale Asl Toscana sud est – Per questa struttura e per questa opportunità dobbiamo ringraziare il Calcit e i tanti aretini che hanno sostenuto il progetto. L’hospice consente di evitare il ricovero in ospedale, grazie ad un luogo che ha le stesse caratteristiche di una casa ma che, allo stesso tempo, prevede un’offerta socio-sanitaria ad elevata intensità assistenziale e con competenze specialistiche. Per Arezzo e la sua provincia, si tratta di un segnale forte di umanità e rispetto della vita”.

“Finalmente stiamo inaugurando l’hospice di Arezzo, un segno dell’attenzione che lo Stato deve alla dignità della persona umana, anche in questa grande e popolosa provincia - ha dichiarato l’Arcivescovo Fontana - Così come si nasce con sempre maggiore dignità in Italia, allo stesso modo si deve poter morire, alla stessa maniera ricchi e poveri. Lasciare solo sul moribondo la complessità del momento supremo della vita rischia di deresponsabilizzare la comunità umana che lo circonda. Il rispetto della libertà del singolo non fa venire mai meno la responsabilità etica ed efficace dei familiari, dei medici e della politica. Spostare sul malato l’onere della responsabilità delle scelte sembra poco efficace nella tutela dei sofferenti, che non è solo una questione politica, ma anche culturale, religiosa e umana. Strutture come l’hospice sono un segno di civiltà perché possono permettere a tutti, al di là del censo e del potere della persona, di accompagnare ogni malato, assieme alla famiglia, in questo percorso non  facile di vicinanza a chi muore. La morte è un evento della vita, un momento supremo di verità, dove le competizioni politiche devono restare indietro, con rispetto di quella umanità che fino all’ultimo respiro di  vita ci fa essere assai più di semplici corpi”.

"Un sistema di salute serio si prende cura delle persone soprattutto nei momenti più difficili della vita – ha detto il direttore sanitario Simona Dei - Proprio allora è importante essere presenti: per curare il dolore, trovare un senso ai giorni e alle ore, accompagnare nel percorso verso la fine, con competenza ma soprattutto con umanità. Ringrazio tutti coloro che permettono tutto questo con impegno e professionalità". “L’hospice - ha spiegato Pier Domenico Maurizi, direttore delle Cure Palliative - è una struttura sanitaria residenziale di cure continue ad alta complessità assistenziale. Prende in carico i pazienti in fase terminale quando, per una molteplicità di condizioni, il domicilio diventa inadeguato. L’hospice permette di proseguire le cure in un ambiente protetto, con trattamento assistenziale 24 ore su 24”. “Per Arezzo è una giornata importante – ha detto Antonella Valeri, direttore del Distretto - L’hospice era molto atteso, anche per coloro che devono sottoporsi ad una terapia oncologica ed hanno bisogno di un punto di riferimento durante il percorso. Ringrazio il Calcit per il sostegno importante e anche la Diocesi, che ha contribuito per l’acquisto di alcuni arredi”.

“La palazzina torna completamente a servizio dei malati – ha dichiarato Giancarlo Sassoli, presidente del Calcit – Un fiore all’occhiello per la nostra sanità e per la popolazione. Grazie agli aretini che hanno contribuito a realizzarla e alla Asl per i lavori di ristrutturazione. Oggi mandiamo un segnale di civiltà e grande dignità verso coloro che devono essere accompagnati nel fine vita e i loro familiari. Ricordiamo che questa palazzina l'hanno costruita gli aretini con una spesa di 7 miliardi di lire a cui vanno aggiunti i tre miliardi del vecchio oncologico al Garbasso, cifra a cui oggi abbiamo aggiunto 75mila euro”. “Un ringraziamento a nome di tutta la città di Arezzo per questa struttura – ha concluso il sindaco Alessandro Ghinelli - L'hospice rappresenta un passo importante nell'eccellenza della cura e dell'assistenza: la presenza di un luogo dove i molteplici bisogni del malato sono facilitati e posti al centro dell'attenzione, è prova concreta del riconoscimento e del sostegno alla dignità e alla sensibilità delle persone più sofferenti e deboli e dei loro familiari, quanto mai essenziali nei momenti più delicati della malattia”.

 

Il Centro Oncologico Calcit dove oggi è l’hospice, fu inaugurata il 9 giugno 2001 e costruita completamente con i contributi dei cittadini. Il progetto fu pensato fin dal 1995 ed il 28 agosto 1998, ottenuta la concessione edilizia, iniziarono i lavori per un investimento pari a 7 miliardi di lire. Per l’hospice, la Asl Toscana sud est si è fatta carico di ristrutturare i locali con un investimento di circa 400 mila euro ed il Calcit, grazie all’eredità lasciata dalla pittrice Maria Antonietta Battaglini e dal marito Mario Ucelli, ha donato gli arredi per un valore di 75.000 euro. Un contributo è stato dato anche dalla Diocesi. I locali sono stati resi più accoglienti con i quadri dei ragazzi del Liceo artistico “Pier della Francesca”, con le foto dell’Unione italiana fotoamatori sezione di Arezzo e con le composizioni floreali del Garden Club di Arezzo.