II cittadino cronista: "Noi con le prostitute sotto casa"

E’ la denuncia di alcuni nostri lettori residenti in via Tricca

Prostitute

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Arezzo, 21 febbraio 2018 - «VIVIAMO con le prostitute ormai sotto le finestre». E’ la denuncia di alcuni nostri lettori residenti in via Tricca. «Non è una novità. Che la prostituzione si è avvicinata al centro ormai è cosa risaputa e sotto gli occhi di tutti. Ma approfittiamo dello spazio del “Cittadino cronista“ che dedicate ai lettori per farci sentire, per far tornare l’argomento sotto i riflettori» spiegano i residenti. «Perché è già vergognoso che la prostituzione sconsiderata possa agire per le strade. E vedere che viene praticata a ridosso delle case è cosa inaudita» continuano a dirci. «La sera quando rientriamo troviamo queste povere giovani, mezze nude, sul marciapiede.

TALVOLTA dobbiamo anche deviare le auto dei clienti, ferme sul ciglio della strada, che contrattano il prezzo. Spiegare poi ai nostri figli piccoli cosa stanno facendo e perché. Siamo stufi. Pensiamo che non dovrebbe accadere in una città come Arezzo. L’offerta di sesso a pagamento non è la migliore cartolina di una città».

Anche questo, forse soprattutto questo, è degrado sociale. Fino ad ora abbiamo raccolto denunce di immondizia abbandonata in giro, di strade ridotte a colabrodo, di furti nelle auto e di spaccio nelle zone più a rischio, il parco del Pionta fra tutti. Adesso arriva un altro argomento delicato, come quello della prostituzione. Le zone conosciute per il giro di lucciole sono sempre lo Scopetone, il Torrino, San Zeno. Zone di periferia, appartate, buie. Ma quando le prostitute si avvicinano al centro, la cosa comincia a far scalpore.

COME in via Tricca, proprio a ridosso delle abitazioni, a due passi dalla scuola. Sui marciapiedi sempre nigeriane e romene, pochissime le italiane. La maggior parte di loro sono giovani e giovanissime. Molte stanziali, altre arrivano con il treno dalle province vicine, prima fra tutte Firenze.

Prendono il treno, arrivano ad Arezzo, ad aspettarle normalmente c’è qualcuno in auto che le carica e le accompagna nelle varie zone. Poi, a notte inoltrata, vengono nuovamente caricate su un mezzo e riaccompagnate alla stazione.

A controllare il giro sono donne. Quasi sempre nigeriane, quindi connazionali delle giovani che si prostituiscono. Sono loro che decidono le postazioni, gli orari e hanno in mano il giro di affari.

«CERTO, siamo lontani da situazioni al limite che vivono altre città. Ma pensiamo che sia molto pericoloso concedere, giorno dopo giorno, spazi, aree, strade al degrado, qualunque sia. Dalla prostituzione allo spaccio, dall’abbandono indiscriminato di rifiuti, alla maleducazione in genere. Oggi sappiamo dove siamo, domani c’è il rischio di trovarci in una città che non riconosciamo più».

Gaia Papi