Ha ucciso il padre ma ottiene i domiciliari in una casa-famiglia: la Procura fa ricorso

Il Gip ha accolto la richiesta presentata dal suo avvocato. Quei due colpi di fucile al babbo nella loro casa di Lucignano

Raffaele e Giacomo Ciriello

Raffaele e Giacomo Ciriello

Arezzo, 25 aprile 2017 - È uscito dal carcere di Arezzo prima di Pasqua Giacomo Ciriello, il diciottenne che il 26 febbraio aveva ucciso a fucilate il padre Raffaele nella sua casa di Lucignano, in provincia di Arezzo.

Attualmente il giovane si trova in una casa famiglia di Prato, come disposto dal gip di Arezzo Anna Maria Loprete che ha accolto l'istanza del legale del ragazzo, avvocato Stefano Del Corto. Il pm Laura Taddei aveva espresso parere negativo, ritenendo adeguata la custodia cautelare in carcere.

Ed è andata oltre. Il Pm Laura Taddei ha fatto ricorso contro i domiciliari: il ragazzo, sostiene, deve stare in cella. All’ultimo piano del Palazzo di giustizia avrebbero preferito che il giudice decidesse sulla base di una perizia psichiatrica e non di una semplice istanza presentata dall’avvocato difensore Stefano Del Corto.

Attualmente Giacomo Ciriello, accusato di omicidio volontario con l'aggravante del parricidio, è sotto esame da parte del medico legale e dalla psicologa che stanno svolgendo accertamenti per conto della difesa, finalizzati a capire se soffra di una patologia specifica.

Non è escluso che l'avvocato difensori opti per la richiesta di una perizia sulle capacità di intendere e di volere. Il delitto avvenne poco dopo la mezzanotte del 26 febbraio scorso. Giacomo imbracciò il fucile da caccia del padre centrandolo al volto. Stando a quanto emerso il 18enne non aveva rapporti facili con i genitori dopo la separazione avvenuta qualche anno prima.