Arezzo, 11 dicembre 2017 - «Chiederemo la rinnovazione della fase istruttoria. Padre Gratien sarà in aula, arriverà da Roma con il collega Zacheo dal momento che ha avuto l'autorizzazione a viaggiare con mezzi propri». Lo ha detto l'avvocato Riziero Angeletti, legale di Padre Gratien Alabi, il frate congolese condannato a 27 anni per omicidio volontario e occultamento di cadavere e per il quale, tra pochi giorni, si aprirà a Firenze il processo d'appello. Il caso è quello di Guerrina Piscaglia, la 50enne sparita il primo maggio 2014 e mai tornata a casa, il corpo della donna peraltro non è mai stato ritrovato.
L'udienza in appello è prevista a Firenze per il 14 dicembre alle 9,30, sarà presente il pm Marco Dioni che ha condotto le indagini e chiesto e ottenuto la condanna dalla Corte d'Assise di Arezzo (la sentenza di primo grado è del 24 ottobre 2016). Successivamente si alterneranno il procuratore fiorentino e le cinque parti civili. In apertura gli avvocati Angeletti e Zacheo presenteranno la loro richiesta di rivedere il processo. Ad incastrare il religioso, durante il primo grado in Assise, un messaggio partito dal telefono di Guerrina ma indirizzato ad un frate che solo Gratien conosceva, l'invenzione, secondo le risultanza del pm, del personaggio di «zio Francesco» e un atteggiamento teso, a parere dell'accusa e della corte che ne ha recepito le istanze, del frate stesso.