Gli occhi sul mercatino tirolese: due città pronte a portarlo via già dall'edizione 2018

Proposte forti, una dalla Romagna e una dalla Toscana (tra le ipotesi Siena) dopo il successo di arrivi. Intanto è ripartito il quinto weekend tra i banchi: le attese maggiori per domani

Il mercatino tirolese

Il mercatino tirolese

Arezzo, 16 dicembre 2017 - Il "ratto" delle casine. L’idea di un mercatino tirolese in una piazza rinascimentale e a centinaia di chilometri dal profondo nord è diventata un prodotto da esportazione. I numeri travolgenti delle ultime settimane hanno fatto la differenza. E messo le ali a chi sta covando l’obiettivo di portarcelo via. Il mercatino volterà le spalle ad Arezzo?

Beh, l’accordo con l’associazione commercianti comprende anche l’edizione 2018. E le cifre raggiunte quest’anno oltre che ai potenziali concorrenti sono piaciute anche agli organizzatori, rinfrancati dal volume di affari registrato dalla metà di novembre. Di carattere rispettano i patti fino all’ultima virgola, però si sa: un’offerta molto competitiva nel mercato può sempre fare la differenza.

E qui di proposte «decenti» ne sono arrivate almeno due. Nomi non filtrano. Si sa solo che la prima è una città della Romagna e la seconda della Toscana. Ipotesi? Già un anno fa si era fatto strada un interessamento da parte di Siena, che addirittura avrebbe puntato a portare le famose casine a piazza del Campo: siamo ancora davanti ai cugini e ad una loro «avance» in piena regola? Nessuno lo conferma ma i boatos la danno come la possibilità più gettonata.

Nei prossimi giorni una delegazione di queste due città sarà ad Arezzo  per sondare il terreno. La molla determinante è stata quella di aver verificato la presenza di una robusta fascia di mercato pronta a inseguire lo spirito natalizio rimanendo nel centro Italia.

Quindi? Mercato o mercatino che sia alla fine la differenza la fa l’offerta: il costo della permanenza in città, le spese vive, la capacità di trainare un pubblico adeguato. E se di là ci sono la Romagna o magari Siena, saremmo di fronte a rivali robusti, con un plafond turistico superiore al nostro.  Arezzo non perderebbe di schianto il lavoro di questi anni: perché se hai intercettato il circuito dei tour operators poi non sei obbligato a riproporre il mercato tirolese con gli stessi protagonisti, l’importante è che la formula resti la stessa. Però ricominciare da capo non è così facile.

Di certo una soluzione di riserva aumenta il peso contrattuale dell’evento. Come fai a questo punto anche solo a ipotizzare un cambio di scena, magari portando il villaggio al Prato, lì dove sarebbe molto più facile ad esempio garantire la sicurezza? E come fai a non rafforzare i contorni del programma?