Inchiesta "fagiani d'oro", assolti tutti i big a giudizio

Il caso dei «fagiani d’oro» era stato l’ultimo dei filoni d’inchiesta generati dall’indagine madre cui aveva lavorato sempre il Pm Maggiore, quello degli stipendi ai presidenti degli ambiti territoriali di caccia

Il giudice Fruganti

Il giudice Fruganti

Arezzo, 17 ottobre 2017 -  "Fagiani d'oro", assolti tutti i big a giudizio accusati di abuso d'ufficio.

IL PM JULIA Maggiore non aveva dubbi: quei fagiani erano d’oro davvero. Nel senso che non solo costavano 19 euro l’uno ma che la gara per l’assegnazione dell’appalto di ripopolamento venatorio sarebbe stata cucita su misura (abuso d’ufficio) della ditta vincitrice. Ecco perchè a suggello di due anni di processo aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, alcuni dei quali eccellenti: un anno e 4 mesi al titolare dell’azienda, un anno al segretario generale della Provincia Gabriele Chianucci e al presidente dell’Atc 3 dell’epoca Giorgio Kwiatovksi, che in altre stagioni è stato anche un politico di peso, alcuni mesi ciascuno per gli altri membri del consiglio direttivo dell’Atc sotto accusa. Inutile dire che la linea della procura non convince affatto la difesa, la quale anzi ha dato battaglia per un giorno intero di udienza. Univoca era stata la conclusione degli avvocati: assolveteli tutti. E così,oggi, giornata di sentenza, è andata. Assolti: Chianucci, Kwiatovsky, Arrigucci, Calzolari, Caprili, Minucci, Altieri. 

Il caso dei «fagiani d’oro» era stato l’ultimo dei filoni d’inchiesta generati dall’indagine madre cui aveva lavorato sempre il Pm Maggiore, quello degli stipendi ai presidenti degli ambiti territoriali di caccia.

Le indagini partono dopo lo svolgimento della gara, in seguito alla segnalazione della ditta sconfitta, con sede a Cortona. Nel mirino l’altra azienda, quella di cui è amministratore Francesco Altieri. Indaga la Guardia di Finanza, che però non ravvisa reati. Potrebbe finire qui se non fosse che le indagini ripartono (fra le polemiche, anche su Facebook) svolte stavolta dai carabinieri. E al secondo vaglio le accuse emergono, tanto che il Pm procede con le richieste di rinvio a giudizio. GLI SCENARI sono due: in una prima fase l’assegnazione sarebbe avvenuta senza asta, successivamente la gara sarebbe stata cucita come un sarto realizza l’abito per il cliente: adeguandosi alle esigente.

Ovviamente quelle di chi poi ha vinto, cioè la ditta valdarnese il cui titolare si vanta adesso di essere il fornitore (senza contestazioni) degli Atc di tutta Italia. Solo ad Arezzo, lascia intendere, è finita in mano alla magistratura. Comunque sia, Pm Maggiore e avvocati hanno duellato a suon di pandette e di fagiani (magari lieti, per una volta, di essere oggetto di processo e non bersaglio dei cacciatori). Tra i protagonisti legali di fama come gli aretini Piero Melani Graverini e Antonio Bonacci e i fiorentini Francesco Maresca, Luca Visori e Francesco Bertini.